Rosanna Cerinza Pettreca ha la sclerosi laterale amiotrofica bulbare, ovvero la forma peggiore di Sla (tre casi ogni 100 mila abitanti), ma nonostante ciò ha detto “no” all’eutanasia. A raccontare la sua storia, al Corriere della Sera, è il marito Marco Capelli, che è al suo fianco da oltre 34 anni, di cui 13 da quando ha saputo della malattia. La donna ha già oltrepassato le aspettative di vita, che sono di 10 anni dalla comparsa dei primi sintomi.
“Lei ha scelto di vivere. Insieme abbiamo ragionato a lungo sull’eutanasia. Soprattutto i primi anni, quando ha perso il movimento, la parola, la capacità di deglutire e mangiare. Aveva paura di fare la tracheotomia, ha aspettato fino all’ultimo. Poi un giorno mi ha detto: voglio veder crescere i miei figli. La decisione era presa, non ha più cambiato idea”, dice il marito. Rosy conferma tramite il sintetizzatore vocale. “Sì, è così”, ripete.
Rosanna ha Sla ma dice “no” a eutanasia: il racconto del marito Marco
La vita di Rosanna, malata di Sla, ed il marito Marco non è spensierata ormai da diversi anni. “Quando si è ammalata aveva solo 47 anni, era il 2009. La situazione è precipitata velocemente. Ho lasciato il lavoro per starle vicino. In realtà avevo chiesto di poter usufruire della legge 104, ma la ditta dove ero impiegato da 36 anni è fallita venti giorni dopo la presentazione della domanda e così mi sono dovuto arrangiare”, ha raccontato l’uomo al Corriere della Sera. Adesso, con il caro bollette, andare avanti è ancora più dura. “Chissà che cifra mi arriverà, ma del resto il ventilatore polmonare non si può certo spegnere. Su quello non si possono ridurre i consumi”.
A strappare loro un sorriso ci pensano i figli Lorenzo e Manuel. “Ha scelto di non lasciarli, una decisione difficile, quasi impossibile, ma che io ho condiviso fin da subito. Domani festeggeremo 34 anni di matrimonio e lo faremo insieme”, ha concluso.