I dati sugli incassi relativamente alla Rottamazione delle Cartelle 2025 sono un flop: al Governo mancano diversi miliardi di euro.

Sulla rottamazione delle cartelle lo Stato ha perso (e non poco). Al 2025 risultano incassati “soltanto” 33 miliardi di euro, un numero di gran lunga inferiore rispetto alle aspettative che ammontavano a 111 miliardi.

L’elaborazione dell’analisi si è evinta lo scorso dicembre, quando la Corte dei Conti ha pubblicato la sua Relazione sul rendiconto generale dell’Erario. Anche se i vantaggi di aderire alla Definizione Agevolata sono tanti, i debitori che non hanno rispettato la “promessa” sono molti di più.



La storia delle Rottamazione Cartelle al 2025

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La prima volta che lo Stato ha promesso ai debitori di regolarizzare la propria posizione fiscale con la Rottamazione delle Cartelle (anche detta Quater) risale al 2016. Da allora per ben 9 anni la misura è stata prorogata di anno in anno.

Nonostante i primi dati potessero far tirare un sospiro di sollievo, lo stesso non si può dire nel suo complesso. Infatti, tra il 2023 e il 2024 nelle casse dello Stato mancano 11,2 miliardi di euro.



Fino a 2 anni fa gli incassi erano quantificati in 6,8 miliardi, per poi scemare lievemente l’anno dopo (5,4 miliardi di euro). Soltanto nell’ultimo periodo gli esperti hanno supposto che la definizione agevolata venisse usata dai più “astuti”, solo per temporeggiare il recupero forzato del credito (ecco perché si sta pensando di proporre un emendamento anti furbetti).

4 Pacchetti flop

L’obiettivo della riscossione tramite la rottamazione delle cartelle era quella di introitare più gettito fiscale senza dover ricorrere a decreti ingiuntivi o manovre economicamente “sconvenienti”.



Purtroppo i dati sui primi 4 pacchetti Quater non hanno soddisfatto le aspettative: nel 2016 lo Stato avrebbe voluto incassare 19,6 miliardi, ma ne ha ricavati soltanto 9,2, nel 2027 con la Bis l’attesa era di 9,3 miliardi e invece ne sono entrati soltanto 3 miliardi, ed infine nel 2028 rispetto ai 29,3 miliardi l’incasso è stato di appena 8,5 miliardi.

Per la Corte è di estrema importanza valutare i crediti realmente riscuotibili e non dar possibilità ai “debitori furbetti” di utilizzare la rottamazione delle cartelle come uno strumento d’appoggio al fine far slittare le procedure esecutive.