La Rottamazione Quinquies nel 2025 prevede delle novità più agevolative: dall'estensione delle rate al recupero
Dopo diversi mesi si torna a parlare della prossima rottamazione quinquies 2025, con la Lega Nord che insiste sul promuovere una rateizzazione più lunga e un disegno di Legge più concreto.
L’ultima volta che si è discusso della definizione agevolazione era aprile, e da allora c’è stato uno lungo fermo burocratico. Ora però, emerge la necessità di valutare il prossimo emendamento (da approvare prima del 12 settembre).
La nuova Rottamazione Quinquies 2025

La prossima Rottamazione Quinquies 2025 è molto più agevolativa. L’obiettivo è far sì che i contribuenti paghino soltanto il debito dovuto (per le cartelle degli ultimi 23 anni, dal 2000 al 2023) senza interessi e né multe.
In più – come desiderato dalla Lega – la definizione agevolata potrebbe esser estesa fino a 120 rate, consentendo ai debitori una rata minore e un tempo maggiore per poter restituire le somme dovute.
Come ultima novità si prospetta il reinserimento delle cartelle esattoriali precedentemente “decadute“, così da ridurre le penalizzazioni.
Per il resto la normativa dovrebbe restare tale e quale, rendendosi disponibile già dall’invio della domanda, poi convalidata a fronte del 1° pagamento del debito. Una volta saldata la prima tranche, l’Ade sospenderà l’eventuale riscossione del credito.
Tolleranza fino a 8 rate
A differenza della Rottamazione Quinquies attuale, che esclude i contribuenti che “dimenticano” o omettono il pagamento anche di una sola rata (facendoli decadere), la prossima novità potrebbe estendere la tolleranza fino a 8 rate non saldate.
Tra gli ulteriori debiti che potrebbero esser ammessi ci sono anche le somme dovute agli enti locali (fino ad oggi non ammesse nella definizione agevolata).
In tal senso saranno gli enti stessi a dettare le modalità e il numero massimo di rate da poter garantire per saldare il pagamento finale.
La conferma della Rottamazione Quinquies potrebbe arrivare con il nuovo aggiornamento del MEF, anche se le stime ci fanno credere che l’emendamento ufficiale possa arrivare nel 2026.
