Rsa a rischio chiusura dopo la sentenza della Cassazione che stabilisce rette gratis per i malati di Alzheimer, boom di ricorsi per rimborsi SSN

Le Rsa che ospitano e assistono gli anziani sono sull’orlo del fallimento per mancanza di fondi erogati dallo Stato che deve far fronte al record di richieste di rimborso, presentate dalle famiglie di malati in diritto di cure gratuite. L’aumento di questo tipo di procedure è iniziato a partire da una storica sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito che per chi soffre di Alzheimer, i servizi devono essere gratuiti.



Si è quindi verificato un vero e proprio boom di ricorsi, per ottenere dal Servizio Sanitario, la restituzione di quanto pagato fino ad ora, che nella maggior parte dei casi si aggira su cifre che possono arrivare anche a 3mila euro al mese, e che moltiplicati per il periodo di permanenza ammontano ora ad un debito di quasi 13 miliardi.



Il caso è stato esaminato anche in un articolo pubblicato dal quotidiano Il Giornale, che ha sottolineato la situazione particolarmente critica in alcuni istituti, che non potendo più contare sulle entrate mensili e non ricevendo il totale corrispondente dal servizio sanitario, sono in procinto di chiudere per bilancio in rosso e mancanza di fondi, compresi quelli di base per coprire gli stipendi del personale.

Rsa in rosso per troppe richieste di rimborso, sentenza della Cassazione: “retta gratis per i malati di Alzheimer”

Le Rsa rischiano un crac collettivo per coprire i rimborsi richiesti dalle famiglie di pazienti, specialmente quelli malati di Alzheimer, che hanno diritto, secondo una recente sentenza della Cassazione, a tutte le cure gratuite compreso il pagamento della retta per il ricovero nelle strutture assistenziali che secondo i giudici devono essere totalmente a carico del SSN. Il risultato è stato ovviamente un aumento dei ricorsi delle famiglie degli anziani che non solo attendono di ricevere le quote arretrate ma hanno anche smesso di pagare.



Considerato che il prezzo mensile, aumentato negli ultimi anni, è arrivato tra i 2500 e i 3200 euro a persona e che quando spetta la compartecipazione delle regioni al 50% in presenza dei requisiti, queste non rispettano gli obblighi, il pericolo è che nei prossimi 10 anni gli istituti di residenza assistenziale saranno costretti a chiudere.

Comportando così non solo la perdita di strutture importanti per il sostegno ai malati, ma anche numerosi posti di lavoro.

La politica si sta mobilitando per trovare una soluzione, il deputato della Lega Gianangelo Bof ha dichiarato a Il Giornale di aver richiesto una interrogazione parlamentare nella quale si individueranno eventuali provvedimenti normativi che possano permettere alle Rsa di non restare senza nè i rimborsi nè i pagamenti dei pazienti.