Per rispondere all'uso degli asset russi congelati in UE, la Russia apre alla confisca dei beni stranieri: le aziende nazionalizzate e rivendute
Mentre l’Europa sembra intenzionata a tirare dritto sulla confisca dei beni russi congelati dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la Russia è pronta a correre ai ripari con una misura che permetterebbe al Cremlino di confiscare i beni stranieri che si trovano sul suolo russo per rivenderli dopo averne assunto il controllo: a dirlo è l’agenzia Bloomberg che avrebbe avuto modo di parlare della questione con una fonte informata dei fatti; mentre al contempo sembra essere arrivata anche la firma al decreto da parte del presidente della Russia.
Prima di arrivare alle novità, vale la pena tornare un attimo indietro per ricordare che l’Unione Europea aveva congelato i beni della Russa dopo la scoppio della guerra sperando di esercitare pressioni sul Cremlino e sugli oligarchi di Putin: complessivamente al tasso attuale i beni ammonterebbero a qualcosa come 210 miliardi di euro e a lungo si è discusso su cosa fare di quegli asset.
Sono la presidenza statunitense di Biden c’era stata sembra molta ritrosia all’uso di beni appartenenti alla Russia, ma dopo le minacce di Trump di abbandonare l’UE e l’Ucraina al suo destino le discussioni hanno preso nuovo slancio: solamente pochi giorni fa, infatti, in Danimarca i leader UE hanno aperto formalmente all’uso degli asset russi per finanziare il prossimo piano di aiuti all’Ucraina; fermo restando che saranno restituiti nel caso in cui la Russia accettasse di finanziare la ricostruzione di Kiev dopo la fine del conflitto.
La Russia verso la nazionalizzazione delle imprese straniere: il decreto firmato da Putin per rispondere all’UE
Ovviamente l’idea di vedere i propri beni utilizzati in questo modo non è mai piaciuta alla Russia, tanto che dopo le discussioni in Danimarca il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov aveva promesso “una risposta” nel caso in cui ci fosse stato “un sequestro illegale di proprietà russe”; mentre la portavoce del dicastero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva ricordato l’esistenza di un “arsenale sufficiente” di azioni in mano al Cremlino per rispondere al “furto” dei beni.

Nel frattempo, però, qualcos’altro si è mosso e Putin ha siglato un ordine esecutivo che sembra aprire all’ipotesi che la Russia possa confiscare i beni esteri sul suo suolo: l’idea – spiega la fonte di Bloomberg – è quella di rendere più rapida la nazionalizzazione delle aziende locali e straniere, affidandola interamente alla banca statale Promsvyazbank; con il rischio che gli asset – tra le altre – di UniCredit o Pepsi possano essere confiscati e rivenduti per ottenere liquidità.
