Il giurista Sabino Cassese: "Libertà e democrazia a rischio? Il vero pericolo è la mancanza di partecipazione alla politica"

Il giurista Sabino Cassese, si è espresso su varie questioni di attualità in due diversi interventi sulla stampa, il primo, un articolo sul Corriere della Sera, nel quale commenta la manovra finanziaria di bilancio del governo, ed il secondo in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino nella quale ha parlato dell’allarme della sinistra sul rischio per la libertà.



Di quest’ultimo argomento, sollevato soprattutto in un discorso di Elly Schlein che parlava del pericolo per la democrazia con un governo di destra, alimentando anche ipotesi su un presunto ritorno del fascismo, l’ex giudice della Corte Costituzionale ha evidenziato come quelli che definisce i “drammi evocati” da sempre da alcuni partiti, siano un sinonimo del vuoto di proposte concrete che di conseguenza alimenta anche il disinteresse pubblico dalla partecipazione politica, in realtà il vero problema da risolvere.



Una soluzione, come afferma Cassese potrebbe essere quella di tornare alla tradizione del fare una vera offerta per creare un seguito, ma può essere utile anche abbassare l’età del voto, per permettere a più cittadini,dai 16 anni in poi, a sentirsi parte della collettività. Questo percorso poi potrebbe partire già dalle scuole, che possono “supplire all’assenza di condizioni della politica“.

Elly Schlein, leader Pd al Congresso PSE (ANSA, frame YouTube PSE)

Sabino Cassese: “Manovra finanziaria non favorisce la crescita, serve una politica industriale che aumenti la produttività”

Sabino Cassese ha anche parlato della manovra finanziaria del governo, in un articolo sul Corriere nel quale ha sottolineato come la proposta abbia rispettato i vincoli UE tuttavia criticando una troppa prudenza nei provvedimenti, che in questo modo frenerebbero la crescita e l’aumento della produttività di cui le imprese italiane hanno bisogno. In particolare, riferendosi alla partecipazione dello Stato come peso amministrativo che grava sulle aziende e sulla società, sarebbe necessaria una revisione dei poteri pubblici.



Primo con misure che possano eliminare tutti gli accumuli normativi attualmente esistenti in vari settori che ostacolano procedure, per semplificare i processi sul rispetto delle disposizioni. In secondo luogo, eliminare gli impedimenti economici rappresentati dall’intreccio di poteri su più piani, da Ministeri e Regioni, passando per le autorità indipendenti, fino ad arrivare al Golden Power che si è nel frattempo inserito ed espanso. Il terzo suggerimento per una buona politica industriale infine, si riferisce alla scuola, che dovrebbe formare personale qualificato, al fine di aumentare una “crescita guidata dal progresso tecnologico”.