L’esperimento shock che ha portato a testare il viagra sulle donne incinta, provocando 11 morti, ha aperto nuovi spunti di riflessione. Come sottolinea bene Wired.it infatti sul sito del Ministero della Salute si può vedere come fin dalle origini della sperimentazione clinica c’è stata una impostazione prettamente androcentrica con poca attenzione per la donna in quanto tale. Solo dagli anni novanta c’è stata una svolta nella medicina tradizionale che ha portato a un approccio mirato nello studio dell’impatto farmacologico e medico in base al genere. Siamo arrivati così a studiare tutte le variabili possibili sulle caratteristiche delle varie malattie in base al fatto che si trattasse di una donna o di un uomo sottoposto alle cure. Una riflessione che ci riporta a questo folle esperimento con l’assunzione da parte di donne incinta di viagra. Il motivo di questo era legato al tentativo era quello di agire sulle donne con una placenta poco sviluppata, una cosa che in molti casi porta a dei parti prematuri o alla morte del neonato. Al momento per questo problema non sono ancora stati studiati rimedi ufficiali. (agg. di Matteo Fantozzi)
OLANDA, “SPERIMENTAZIONE SUBITO FERMATA”
La notizia ha fatto in poco tempo il giro del mondo. Ci riferiamo alla somministrazione di sildenafil, cioè il Viagra, a 93 donne durante la gravidanza, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei feti. La sperimentazione è stata interrotta per gli sviluppi drammatici che ha avuto. I test sarebbero stati condotti in dieci ospedali su donne con gravidanze in cui si segnalava insufficiente crescita dei feti. Il Viagra, noto come farmaco contro le disfunzioni erettili dell’uomo, poteva aiutare a risolvere il problema migliorando l’irrorazione del sangue verso la placenta grazie al suo effetto dilatatore sui vasi. Invece 11 neonati sono morti, 17 hanno riportato problemi ai polmoni. L’Academic Medical Center di Amsterdam tramite un portavoce ha fatto sapere che tutti gli «effetti avversi si sono verificati dopo la nascita. Sulla base di questi risultati, lo studio si è fermato immediatamente. Chi ha partecipato è stato contatto personalmente e sanno ormai se hanno preso il farmaco o il placebo». (agg. di Silvana Palazzo)
MORTI 11 BAMBINI, 17 CON PROBLEMI AI POLMONI
Allarme in Olanda per un esperimento choc. Nei mesi scorsi su decine di donne è stato sperimentato l’uso del Viagra durante la gravidanza nell’ambito di una ricerca universitaria che voleva dimostrare che la pillola blu avrebbe rafforzato la placenta e favorito la crescita dei feti. Il test è stato però bloccato per la morte prematura di undici bambini nati al termine del trattamento, mentre altri sono nati con problemi ai polmoni. La notizia è riportata oggi tra gli altri dal giornale britannico Guardian, che ha ripreso notizie diffuse dai media olandesi. Lo studio era stato condotto in dieci ospedali, ad Amsterdam e in altre città, su un totale di 93 donne alle prese con gravidanze problematiche caratterizzate da un’insufficiente crescita dei feti. Una complicazione che il Viagra poteva aiutare a risolvere, migliorando l’irrorazione del sangue verso la placenta grazie al suo effetto dilatatore sui vasi. Questo in teoria e in base a quanto verificato in una precedente sperimentazione sui topi. Le conseguenze invece per 11 bambini sono state tragiche.
OLANDA, ESPERIMENTO CHOC: VIAGRA A DONNE INCINTE
La sperimentazione si è rivelata fatale sui polmoni di 11 dei neonati venuti al mondo dopo il trattamento. Di qui la decisione di interrompere tutti i test che è stata formalizzata nei giorni scorsi da un comitato indipendente di controllo olandese. In totale 11 bambini sono morti, 17 hanno sviluppato problemi ai polmoni mentre tra 10 e 15 donne sono ancora in attesa di scoprire se il loro bambino sia stato colpito. Il timore è che il farmaco abbia causato l’ipertensione nei polmoni e di conseguenza carenza di ossigeno. Il direttore della ricerca, il ginecologo Wessel Ganzevoort, è intervenuto in un’intervista al quotidiano olandese De Volkskrant: «Volevamo dimostrare che questo è un modo efficace per promuovere la crescita del bambino. Ma è successo il contrario. Sono scioccato. L’ultima cosa che vuoi è danneggiare i pazienti. Abbiamo già informato i ricercatori canadesi che stanno conducendo uno studio simile. In ogni caso, hanno temporaneamente interrotto le loro ricerche». La ricerca era cominciata nel 2015 e avrebbe dovuto proseguire fino al 2020, con il coinvolgimento di 350 pazienti.