Si fa presto a dire “Amaro medicinale Giuliani”, ma dietro uno dei marchi più celebri della farmacopea quotidiana italiana c’è oggi una proprietà familiare stabile e una macchina poderosa di ricerca e sperimentazione scientifica che si concentra anche su molti altri fronti, primo fra i quali quello della ricerca nel campo della gastroenterologia e della dermatologia, con un board scientifico che parla orgogliosamente italiano e si avvale della collaborazione di scienziati di autorevole fama provenienti da tutto il mondo. Un’eccellenza imprenditoriale made in Italy, dunque, che ha appena reso note 3 scoperte scientifiche e la relativa messa a punto di farmaci e molecole attive, destinate a contrastare e invertire o inibire i processi biomolecolari che provocano la caduta dei capelli.
I laboratori Giuliani, in questi primi sei mesi del 2018, hanno sintetizzato i loro progressi sulle più importanti riviste scientifiche mondiali (Plos one, Journal of investigative of Dermatology, Nature communications) annunciando al mondo accademico e scientifico innovative vie di cura per forme importanti di caduta dei capelli.
Innanzitutto c’è stata la scoperta di uno dei meccanismi patologici che causano il blocco dell’attività del bulbo del capello, attraverso la regolazione del complesso meccanismo WNT/beta-catenine. La ricerca ha fatto luce sulla possibilità di inibire questa alterazione ripristinando l’attività del bulbo. Riflettori puntati su una molecola innovativa specifica (WAY-316606, brevetto mondiale Giuliani, e principio attivo utilizzato qualche tempo prima nella cura all’Osteoporosi), che ha dimostrato un ruolo chiave nella regolazione dell’attività del bulbo, totalmente priva di effetti collaterali (inizio studi 2013, in collaborazione con l’Università di Manchester). “Quando parliamo di meccanismo WNT/beta-catenine ci riferiamo a due attivatori cellulari che regolano l’attività delle cellule del bulbo, quindi attivando o inibendo questi due attivatori viene attivata o bloccata la vita del bulbo. “Una scoperta rivoluzionaria – ha annunciato con orgoglio il ricercatore e dermatologo Fabio Rinaldi, già primario di dermatologia del San Raffaele – in quanto sino a oggi in caso di perdita dei capelli venivano somministrati integratori specifici che, però, non davano risultati quando i due ricettori erano bloccati; questa la ragione del fallimento di molte terapie. Adesso sappiamo come attivare i due ricettori, e quindi la fase di crescita del capello, con una molecola ‘safe’ priva di effetti collaterali e realmente efficace”.
I lavori scientifici iniziati nel 2016 in collaborazione con l’IIT di Genova e l’università di Munster dimostrano poi che il sistema di autofagia cellulare (un meccanismo cellulare di rimozione selettiva di componenti citoplasmatici danneggiati, malati o di scarto) può regolare il ciclo di vita del capello e che il complesso Spermidina-Galeopsis (brevetto mondiale Giuliani) è in grado di prolungare la attività del bulbo e stimolare la crescita dei capelli anche in condizioni di malattia. “Il meccanismo dell’autofagia è fondamentale per la vita e la difesa di tutte le cellule dell’organismo”, spiega il dottor Rinaldi, “e la sua scoperta ha portato all’attribuzione del Premio Nobel del 2016 al Professor Yoshinori Oshumi. Tutte le cellule si autoriparano attraverso un processo di riutilizzo e “digestione” di tutte le scorie, le proteine e i frammenti di scarto che vengono trasformati in energia. Si tratta di uno dei meccanismi più importanti di salvezza cellulare indispensabili per sopravvivere. Nel 2013 sono stati condotti studi, in vitro e in vivo, per dimostrare che anche i capelli utilizzano questo meccanismo. Si è dimostrato che il complesso brevettato Spermidina-Galeopsis è l’unico in grado di stimolare l’autofagia dei capelli e che in questo modo si “autoriparano”.
E non basta: arriva a maturazione un’altra scoperta in materia, quella delle fragranze capaci di stimolare l’attività del bulbo pilifero. Uno studio molto complesso svolto in collaborazione con Monasterium Laboratory, ha dimostrato infatti che le cellule della papilla dermica dei bulbi possiedono recettori biologici “antichi” dal punto di vista evolutivo, che stimolano le cellule a prolungare la vita del follicolo (la fase denominata “anagen” ovvero la prima fase della crescita del pelo), che sono in grado di stimolare la crescita dei capelli, e di conseguenza ridurne la caduta. “La dimostrazione di questi recettori olfattivi (denominati OR2AT4) a livello delle cellule dei bulbi – spiega ancora Rinaldi – ha permesso di sintetizzare una molecola rivoluzionaria (S-R, brevetto mondiale Giuliani) in grado di stimolare la ricrescita dei capelli. Studi clinici controllati verso placebo, multicentrici, hanno evidenziato l’efficacia di questo attivo (Sandalore) già presente in un prodotto specifico in Farmacia”. “I ricettori olfattivi sono presenti in tutto il corpo, anche nei capelli e vi sono fragranze che in qualche modo stimolano l’attività del bulbo. Il Sandalore è un derivato sintetico dell’olio di sandalo, e si è scoperto che innesca nei ricettori specifici una risposta cellulare con conseguente stimolo della crescita dei capelli. La vera rivoluzione è che stiamo parlando sostanzialmente di un cosmetico.
La ricerca Giuliani ovviamente non si ferma e nuovi importanti campi di sviluppo scientifico stanno portando a possibilità terapeutiche in campo dermatologico. Giuliani investe in ricerca da 130 anni, negli ultimi 40 anni in campo gastroenterologico e negli ultimi 25 nel trattamento della salute dei capelli, con il primo brevetto con spermidina che fu, 25 anni fa, una vera innovazione. La lotta alla caduta dei capelli, con queste tre innovative scoperte si è arricchita di nuovi e interessanti capitoli: la ricerca scientifica Giuliani è infatti particolarmente avanzata, al punto da rilevare continuamente inedite evidenze destinate fare la differenza nell’immediato futuro.