Il Journal of Internal Medicine ha promosso la ricerca scientifica realizzata dall’Università di scienze e vita di Varsavia, in collaborazione con il Karolinska Institute, il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle e l’Università di Uppsala. Per la dimostrazione sono stati esaminati 68.273 uomini e donne con un’età compresa tra i 45 e gli 83 anni. Questo nuovo regime alimentare che avrebbe registrato un rischio inferiore di mortalità del 18%, prevede l’assunzione di cinque porzioni di frutta e verdura al giorno. Una buona colazione? Tè verde, caffè e pane integrale. L’importante, secondo questa dieta, è consumare due litri di acqua al giorno, sebbene consenta l’assunzione di un bicchiere di vino rosso o di birra a ogni pasto. Nella dieta, però, sono vietati la carne rossa, le bevande analcoliche e le patatine. (Agg. Camilla Catalano)
UN NUOVO STUDIO POLACCO
Dalla Polonia arriva uno studio che si propone, tramite un nuovo regime alimentare, di allungare la vita. La dieta anti–infiammatoria, o contro l’infiammazione, è stata scoperta dai ricercatori dell’Università di scienze della vita di Varsavia insieme all’Università di Uppsala, l’Istituto Karolinska e il Centro di ricerca sul cancro Fred Hutchinson di Seattle. Si parla di un regime alimentare che privilegia cibi con un’azione che si possono considerare anti-infiammatori. Di fatto pare che ridurrebbe la morte per cancro e cause cardiovascolari inoltre potrebbe essere importante anche per i fumatori. Lo studio ha visto al centro quasi 70mila tra uomini e donne svedesi con un’età tra i 45 e gli 83 anni, questo è stato pubblicato sul Journal of Internal Medicine.
COME FUNZIONA?
I pazienti hanno lavorato a un questionario alimentare in cui hanno sottolineato con che frequenza decidano di mangiare cibi anti-infiammatori come olio extravergine d’oliva e noci. Sono stati poi evidenziati quelli che invece vanno considerati i cibi in grado di procurare infiammazione, troviamo in questa categoria le patatine, torte e anche biscotti. In base a questi dati forniti è stato assegnato un punteggio che variava tra zero e sedici, più alto era il punteggio e più la dieta era considerata vicina allo standard anti-infiammatorio. Durante i sedici anni di studio sono stati oltre 15mila i pazienti deceduti di cui quasi seimila per malattie cardiache e poco meno per cancro. I pazienti invece più vicini alla dieta anti-infiammatoria hanno registrato quello che à un rischio decisamente meno importante.