Salvini, Ferragosto in carcere in visita da Alemanno: "Chi sbaglia paga, ma servono dignità e rispetto". La lettera appello dell'ex sindaco

SALVINI INCONTRA ALEMANNO A REBIBBIA

Un Ferragosto insolito per Matteo Salvini, che ha deciso di far visita a Gianni Alemanno a Roma nel carcere di Rebibbia con le associazioni “Nessuno tocchi Caino” e “O anche no“. L’ex sindaco, la cui condanna riguarda i reati di finanziamento illecito e traffico di influenze, stava scontando la sua pena ai domiciliari, ma in seguito alla violazione delle prescrizioni ora è detenuto nel carcere capitolino. Dopo la lettera-appello a Papa Leone XIV, sta continuando a far sentire la sua voce e la sua storia, che definisce quella di un prigioniero politico, perseguitato.



Ad ascoltarlo il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, che al termine dell’incontro ha dichiarato di averlo visto “tonico e determinato“. Pur ribadendo la necessità di pagare per gli errori commessi, il leader della Lega evidenzia che bisogna farlo sempre con “dignità e rispetto“, perché chiunque ha diritto a una nuova chance.



Ma quest’incontro è stata anche l’occasione per Salvini per un confronto con altri detenuti e gli agenti della Polizia penitenziaria, da cui è uscito con la consapevolezza che “bisogna fare di più“, cioè “migliorare la qualità del lavoro” e il numero di poliziotti, visto che sono pochi, perché anche questo incide sulla qualità della vita dei detenuti in carcere.

Gianni Alemanno nel 2024 (Ansa)

Le proposte sicuramente non mancano per risolvere il problema del sovraffollamento, come nuovi investimenti nelle carceri attuali e per costruirne nuove, infatti Salvini ha rimarcato che ci sono dei ragionamenti in corso in tal senso nel governo.



LE LETTERE DAL CARCERE DI ALEMANNO

Sono tutte questioni che lo stesso Gianni Alemanno ha affrontato nelle lettere (come quella scritta in esclusiva a IlSussidario.net) che sta scrivendo dal carcere e che vengono pubblicate sui social. L’ex sindaco di Roma ha parlato spesso di condizioni “disumane“. Ha usato parole forti anche nell’ultimo “diario di cella“, in cui definisce i detenuti “cani abbandonati sull’autostrada“.

Ha raccontato storie di altri detenuti, facendosi portavoce, anche per quanto riguarda la proposta di legge, elaborata dalla vicepresidente del Pd Anna Rossomando, per fare in modo che i domiciliari siano automatici per diverse fattispecie quando si deve scontare l’ultimo anno e mezzo della propria pena.

La speranza di Alemanno è che il presidente del Senato Ignazio La Russa riesca a “spingere” questo disegno di legge. “Ci porteremo sulle spalle tutti quelli che stanno cedendo, non li abbandoneremo, perché non siamo bestie ma esseri umani“, ha promesso Alemanno nel suo post che ha raccolto migliaia di interazioni in questi giorni.