Salvini dopo la morte di Charlie Kirk vuole parlare nelle scuole e nelle università per un nuovo dialogo coi giovani: “ho pianto vedendoli pregare”

IL PIANTO E LA PROPOSTA DI UN RINNOVATO DIALOGO CON I GIOVANI: LE PAROLE DI MATTEO SALVINI DOPO L’ATTENTATO NEGLI USA

L’omicidio di Charlie Kirk sarà un evento spartiacque per la storia contemporanea: ne è convinto il leader della Lega Matteo Salvini, intervistato dal “Corriere della Sera” nei giorni in cui la politica mondiale è rimasta sconvolta – non senza scontrarsi – sull’attentato in Utah ha visto la morte in diretta dell’attivista della destra repubblicana. Accusato sui social di strumentalizzare la vicenda americana, il vicepremier ribatte indirettamente sull’essere stato realmente colpito umanamente da quanto avvenuto in quel campus universitario, tanto da voler in qualche modo riannodare un dialogo nuovo con i giovani qui in Italia.



Sconvolto per l’omicidio ma anche per le reazioni, Salvini non fa di tutta un’erba un fascio e non attacca l’intera sinistra: di certo però vedere che alcuni si sono riversati a commentare e addirittura gioire per la morte di Kirk è qualcosa di “vergognoso”, «è la prima volta che si tocca con mano un odio e una soddisfazione per la morte di un giovane padre da anni bui».



Matteo Salvini, vicepremier e leader Lega al Forum di Cernobbio (ANSA 2025, Michele Maraviglia)

Come ha sottolineato la moglie di Kirk rimasta vedova con figli piccoli, l’omicidio di suo marito cambierà la storia anche se permane una speranza commossa nel vedere quanti hanno reagito pregando e unendosi davanti allo shock di tale morte: «ho pianto vedendo i ragazzi che pregavamo insieme» dopo la morte di Charlie, tutti riuniti in quegli stessi campus dove l’attivista “sfidava” i giovani sui massimi temi della società e politica americana.

Solo una parte della sinistra ha “goduto” e sbeffeggiato Kirk, ammette Salvini al “Corriere” spiegando come quella particolare figura venuta a mancare in maniera così violenta rappresenta un mondo sempre più osteggiato e dileggiato: conservatore, anti woke, cristiano e critico della gestione di immigrazione e presenza islamica nell’Occidente. Basta però questo per farne una vittima da eliminare?



Questo è il problema, rileva il vicepremier, non tanto lo “scontro politico” ma il mondo privo di compassione e umanità che si viene a lasciare alle giovani generazioni. Da qui la proposta annunciata dal leader della Lega, politicamente di non godere mai della morte e o delle difficoltà degli avversari, e socialmente di andare a parlare nelle scuole per trovare il giusto dialogo con i ragazzi e le ragazze.

ECCO COME CAMBIERÀ PONTIDA DOPO LA MORTE DI CHARLIE KIRK

Serve parlare e parlare bene con loro, per questo il vicepremier Salvini annuncia della lettera che invierà a presidi e dirigenti, oltre che ai rettori universitari, per mettersi personalmente a disposizione affinché possa venire a parlare nelle università e nelle scuole d’Italia: un confronto sulla sua vita da politico e Ministro, ma soprattutto un modo per poter raccontare e farsi raccontare dai ragazzi quello che accade nel mondo di tutti i giorni. Un po’ come faceva Charlie Kirk nei vari campus americani, Salvini intende ascoltare soprattutto quelli che non la pensano come lui.

Matteo Salvini, leader della Lega a Pontida (ANSA 2024, Michele Maraviglia)

In tal senso, dopo quanto avvenuto in questi giorni, cambierà radicalmente la stessa Lega nel suo prossimo raduno di Pontida (domenica prossima 21 settembre 2025, ndr): secondo Salvini occorre una riflessione sul ruolo del coraggio e della libertà contro ogni paure a violenza. Sarà presente, tra gli altri, il leader del RN francese Jordan Bardella per parlare della condanna contro Marine Le Pen, ci sarà un momento di orte riflessione sula morte di Kirk, così come sarà presente anche il candidato rumeno Simion dopo l’annullamento dei risultati degli scorsi mesi.

Serve avere coraggio, rilanciando il dialogo e concorrendo alla vera pace, con l’intervento a Pontida anche di giovani che per la prima volta parleranno dopo aver ricevuto insulti sui social per le proprie convinzioni. Una pace ricercata che guarda a due figure su tutte, il Presidente USA Donald Trump e Papa Leone XIV, «gli unici oggi che possono portare la pace» riflette Salvini. Serve rilanciare infatti il dialogo, non «puntare su volenterosi armati e disarmati»: l’Europa è debole e per questo serve non “ringhiare” come farebbe un “moscerino contro un elefante”, bensì dialogare con franchezza e ognuno rinunciando ad alcune delle proprie istanze.