Samuele Bersani/ “Covid? Chi dice di stare bene è un bugiardo, io mi sento depresso”

- Rossella Pastore

Samuele Bersani a La musica che gira intorno: il cantautore si racconta soffermandosi sul momento più difficile della sua vita, i 7 anni di improduttività.

Il cantautore Samuele Bersani Il cantautore Samuele Bersani

Samuele Bersani duetta con Fiorella Mannoia su Raiuno, con uno dei suoi pezzi di maggiore successo: Giudizi Universali. L’esibizione è intensa ed emozionante, tra i due pare esserci un certo feeling artistico. Fiorella Mannoia si dice felicissima della partecipazione di Samuele Bersani, ma soprattutto di aver realizzato un sogno, cantare con lui. “Anche per me lo era cantare con te”, risponde l’artista romagnolo. La conduttrice vorrebbe abbracciarlo ma le norme di anti-contagio non lo consentono: “Se c’è una cosa che mi manca è poter abbracciare. Vorrei avvicinarmi e abbracciarti, cantare questa canzone era un sogno”. Bersani prima di salutare auspica ad un ritorno rapido alla normalità: “Perché al momento dico che sto depresso, chi dice in questo periodo storico di stare bene è un gran bugiardo”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)

Samuele Bersani ospite di Fiorella Mannoia

C’è anche Samuele Bersani, tra gli ospiti della prima delle due puntate de La musica che gira intorno, il nuovo programma condotto da Fiorella Mannoia in onda a partire da oggi, 15 gennaio, in prima serata su Rai1. Bersani, uno dei cantautori più prolifici della scena musicale degli anni Novanta (ma anche attuale), manca in televisione da un po’ di tempo. Almeno se escludiamo le recenti interviste ai Tg e a Che tempo che fa rilasciate in occasione dell’uscita di Cinema Samuele, il suo ultimo lavoro in studio, una raccolta di brani sentimentalisti in cui – per certi versi – fornisce anche un riepilogo degli eventi che più hanno caratterizzato la sua vita in questi ultimi anni di assenza dalle scene.

La terapia di Samuele Bersani

“Sette anni è veramente un periodo significativo per ripartire; sette anni di vita, comunque”. Queste le parole di Samuele Bersani nel corso della sua conversazione del 18 dicembre con Federico Bona, a cui racconta uno dei momenti dichiaratamente ‘peggiori’ della sua esistenza. La leggiamo sul Sole 24 Ore: “Ho ripreso a scrivere canzoni dopo un po’ di tempo che non riuscivo a farlo. Era come se il mio computer si fosse riempito troppo, come se l’hard disk si fosse quasi fuso. In seguito – a proposito di riavvio – sono riuscito a ‘far ripartire la macchina’ andando da un tecnico, mettiamola così, quindi facendo delle belle chiacchierate, necessarie per capire cosa mi stesse succedendo”. In quel frangente, spiega, “la realtà mi sembrava più una replica che una diretta”.

Samuele Bersani: “Come ascoltatore mi sento confuso”

Samuele Bersani sfrutta ancora la metafora legata all’informatica affrontando l’argomento della ripresa generale del suo settore, la musica, per cui prevede “un anno pazzesco”. “Penso a quanti eventi sono stati rinviati: potrebbe esserci un boom. Inoltre, per gli artisti, ci sarà il gusto di tornare a fare il proprio mestiere”. Per quanto lo riguarda, alla luce di ciò, far uscire il disco tra due lockdown non è stata affatto una mossa masochistica. “Quando ho scritto queste canzoni ho sentito l’urgenza di condividerle. E poi hanno trovato più spazio”. Infine, parla del suo modo personale di intendere l’arte, questa volta da consumatore: “Quando tu hai un hard disk pieno di tutto, finisci per non sapere più che domanda fare. È come se la strega di Biancaneve andasse in crisi e non sapesse più, nella fiaba, cosa chiedere davanti allo specchio. Lo stesso capita a me come fruitore di musica o come fruitore di cinema, quando potenzialmente potrei ascoltare o guardare di tutto. Preferisco gli anni che furono, quando avevo una cosa, e quella cosa me la consumavo”.





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