San Bernardino da Siena viene celebrato dalla chiesa cattolica il 20 maggio. Il santo fu un francescano dell’Ordine dei Frati Minori ed è noto come uno dei più importanti teologi italiani. La sua proclamazione a santo, appena sei anni dopo la sua morte, risale al 1450 per volere di papa Niccolò V. La nascita di San Bernardino avvenne a Massa Marittima, in provincia di Grosseto, l’8 settembre del 1930. La sua era la nobile famiglia degli Albizzeschi e il padre Tollo era un governatore. Rimase, però, orfano molto presto in quanto la madre morì quando lui aveva tre anni e il madre quando ne aveva sei. Si trasferì, così, a Siena dove venne cresciuto dalle amorevoli cure delle zie. A 22 anni vestì l’abito monacale e, grazie alla sua cultura e al linguaggio forbito frutto di molto studio, iniziò a predicare. Fu però anche molto pratico e si occupò di economia, lasciando ai suoi discepoli degli insegnamenti molto utili e concreti. Nel 1427 fu imputato in un processo per eresia dal quale, però, fu prosciolto pienamente, grazie anche all’aiuto di Paolo da Venezia, il teologo che si occupò della sua difesa. In questa circostanza venne a contatto con il Papa Martino V che gli chiese di predicare a Roma.
Bernardino accettò ma successivamente per umiltà rifiutò l’offerta del pontefice di nominarlo predicatore della Casa Pontificia. Pochi mesi dopo, Bernardino viene invitato a Siena per continuare le sue prediche. A più riprese gli fu proposto di assumere la carica di vescovo, prima a Siena, poi a Viterbo, a Ferrara e a Urbino. Bernardino rifiutò sempre e nel 1430 il santo si trasferì a Monteluco, nel santuario di San Francesco, per riposare, stanco dei numerosi viaggi. Nel 1438, invece, gli fu proposta e accettò la carica di vicario generale dei francescani italiani. Iniziò a manifestare i primi sintomi di una malattia che lo avrebbe portato alla morte, tuttavia nel 1444, pur essendo molto affaticato e provato dalla malattia, accettò di recarsi a L’Aquila su invito del vescovo della città che voleva il suo aiuto per pacificare la lotta interna di due fazioni della città che si fronteggiavano per la conquista del territorio. Il 20 maggio del 1444 morì proprio in questa località e le sue spoglie furono sepolte nell’Basilica di San Bernardino dell’Aquila, in un mausoleo che prende il suo nome. La leggenda narrà che la bara del santo non smise di sanguinare fino a quando le due fazioni in lotta in città non si pacificarono.
San Bernardino da Siena, il protettore dei pugili e delle patologie polmonari
L’iconografia classica attribuisce a San Bernardino da Siena la sigla del cristogramma IHS, da lui inventata e diffusa. Inoltre viene sempre raffigurato con un libro in mano, simbolo della sua cultura. San Bernardino da Siena viene considerato il santo protettore dei pugili, degli ammalati di patologie polmonari, dei pubblicitari e delle preghiere più in generale. Una curiosità sul suo patronato dei pubblicitari: San Bernardino viene considerato il primo inventore di un logo pubblicitario proprio per la sua opera di diffusione del cristogramma. È inoltre patrono di moltissime località nelle quali portò la sua attività di predicazione, fra queste ci sono L’Aquila, Carpi, Trento e Massa Marittima, solo per citarne alcuni. A Siena ogni anno, a partire dal 1958 in poi, ogni anno il 20 maggio una delle scuole di diocesi porta in dono all’intera città l’olio santo per tenere accese le lanterne di tutte le chiese.
I frati francescani dopo la sua morte
I frati francescani fin dai primi anni dopo la sua morte portarono avanti un’intensa attività di informazione e santificazione della figura di San Bernardino che suscitò l’interesse anche di molti artisti di ogni tempo, proprio per la sua carica carismatica. Fra questi ci furono alcuni pittori famosissimi come il Pinturicchio, Piero della Francesca, il Perugino e Andrea Mantegna che gli dedicarono affreschi e altre opere.