Di San Claudio vescovo sono poche le informazioni, ma conosciamo il suo culto costellato di miracoli. È Patrono dei fabbricatori di giocattoli e di Ostana
Ogni anno, il 6 giugno, la Chiesa ricorda San Claudio vescovo, conosciuto come Claudio di Besançon o di Condat, ovvero i due monasteri sotto la sua guida. È considerato soprattutto il Patrono dei giocattolai e dei conciatori, anche se i motivi di non sono storicamente chiari, se non che il suo culto era diffuso tra queste categorie di artigiani, per tradizione.
San Claudio: una vita sotto la rigida Regola dei Benedettini
Nonostante sia una figura molto venerata in Francia, di San Claudio le notizie sono scarse e confuse: quel poco che si conosce proviene dalle Vitae risalenti al XIII secolo.
Claudio nacque in un castello in Francia, a Salins les Bains, nell’anno 607 circa: proveniva da una ricca famiglia di origine chiaramente gallo-romana, come si evincerebbe dal cognome Claudia.
Come ogni ragazzo dell’epoca, Claudio imparò presto a portare le armi e gli fu impartita una rigida educazione accademica. La sua attenzione era però sin da subito indirizzata alla religione e in particolare alle vite dei santi.
Ad appena 20 anni, quando ricopriva la carica di guardia di confine, Claudio rinuncia alla sua vita agiata, per abbracciare un’esistenza più semplice: passa così le giornate pregando, privandosi del sonno e digiunando, concedendosi un unico pasto al giorno a base di acqua e pane.
La sua vita ascetica lo portò nel 627 a diventare canonico e per più di 12 anni visse nel convento di Besançon. Le fonti narrano che, all’età di 34 o 37 anni, Claudio si trasferì nella regione della Giura, ritirandosi all’interno del monastero di Condat.
Qui introdusse la rigida Regola Benedettina e contribuì enormemente allo sviluppo del luogo anche grazie ai favori della regina Batilde e di Clodoveo II, con le cui sovvenzioni poté restaurare molti luoghi monastici del territorio.
Nel 685 Claudio, in seguito alla morte di Gervasio, fu nominato vescovo di Besançon: inizialmente fu restio ad accettare questo incarico perché carico di oneri e responsabilità, ma ubbidiente al volere dello Spirito Santo, accettò. Lo svolgimento del suo ufficio divino fu irreprensibile: Claudio amava in particolare ascoltare le confessioni dei fedeli e le cause ecclesiastiche, operando nello stesso tempo moltissime opere di carità.
All’età di 86 anni, ebbe notizia che a Condat la regola benedettina non era più tanto ottemperata: il cuore lo portò dunque ad abbandonare l’incarico di vescovo e a tornare nella stessa Condat.
Qui morì tra il 696 e il 699: le sue spoglie furono sepolte nella stessa abbazia ma, con l’invasione araba, furono perdute. Dopo essere state ritrovate nel 1160, furono trasportate in giro per la Borgogna per essere venerate dai fedeli, tornando poi a Condat. Il fuoco però divorò le reliquie e l’antico villaggio di Condat nel giugno del 1794 nel corso della Rivoluzione Francese.
I festeggiamenti per San Claudio
San Claudio è festeggiato il 6 giugno in borghi come Castiglione Torinese, con spettacoli, intrattenimento per bambini e un colorato mercatino ricco di leccornie locali e manufatti artigianali.
A Champlas Janvier, piccolo borgo piemontese della Valsusa, il santo è ricordato con una santa celebrazione liturgica e un rinfresco dedicato agli alunni delle scuole del posto: i bambini raggiungono questa pittoresca frazione del comune di Sestriere, percorrendo il Sentiero Luigi XIV tra prati verdi e una lussureggiante vegetazione.
A Ostana, in provincia di Cuneo, San Claudio si celebra con messe, banchetti aperti a tutti i fedeli, animazione per i bambini e danze al ritmo delle antiche musiche occitane. In occasione della festa patronale, viene organizzata una passeggiata tra le storiche borgate di Ostana, passando per le cappelle di San Nicola e di San Bernardo.
Ostana: uno dei borghi più belli d’Italia
Ostana è proprio uno dei paesi di cui San Claudio vescovo è Patrono: sito all’ombra del Monviso, nella fertile Valle del Po, il borgo è considerato uno dei più incantevoli di tutta Italia. Conserva ancora vivissime le tradizioni, la cultura e la lingua occitana, in una cornice rurale e incontaminata davvero suggestiva.
La principale borgata è La Villo e ospita il Museo Etnografico dove sono fedelmente riprodotti gli ambienti tipici di questa comunità montana, con un’esposizione di oggetti della vita quotidiana e attrezzi di lavoro.
Passando per la Casa dei Marchetti immersa in una faggeta, si arriva alla borgata Champanho, vera oasi naturalistica dove abbondano garofanini colorati, frassini, aceri e cespugli di mirtilli e lamponi addossati a qualche muretto in pietra.
Altrettanto belle sono Miribrart, con le case in pietra addossate tra di loro con vista sui valloni e i pascoli sottostanti, ma anche Samicoulàou, dove è possibile scorgere qualche barme, antichi ripari rocciosi utilizzati in passato per conservare al fresco il latte.
Gli altri Santi del giorno
Il 6 giugno si celebrano anche San Norberto, San Filippo di Agira, San Artemio di Sens, San Cerazio di Lione, San Ilario di Carcassonne, Sant’Astolfo di Soissons, San Jarlath di Tuam, San Rafael Guízar y Valencia, Beato Lorenzo da Villamagna
