Nella giornata del 25 ottobre si celebra Santa Daria, sia con celebrazioni solitarie che congiunte assieme a San Crisanto, perché il loro cammino di fede é congiunto, assieme predicarono la parola di Cristo, assieme morirono martiri nel III secolo. Daria era una vestale romana, intesa non come nascita ma come cittadinanza, cittadina dell’Impero e come la maggior parte delle romane professava il paganesimo e il politeismo tipico di quei tempi precedenti la conversione di Costantino e l’adozione del Credo unico Cristiano ad opera dell’Imperatore Teodosio. Addirittura Daria era una vestale, una sacerdotessa bellissima e dotta, figlia di genitori patrizi, il cui compito, ad un certo punto della sua vita, fu quello di dover convertire ad un ritorno al paganesimo il giovane rampollo di buona famiglia Crisanto, Crisanto figlio di un non certo Polemio (le notizie riguardo alla figura di questi due Santi sono di natura leggendaria e le uniche fonti più o meno attendibili sono ad opera di San Gregorio di Tours).
Chi era San Crisanto?
San Crisanto era di origine alessandrina, quindi egiziano ma cittadino dell’Impero, il quale si trasferì nella capitale, Roma, durante il governo dell’imperatore Numeriano (283-284). In Roma Crisanto cercava un luogo dove approfondire le sue propensioni alla spiritualità, quindi seguì gli insegnamenti di un famoso presbitero del III secolo, Carpoforo, arrivando al punto che iniziò, dopo la sua definitiva conversione alla Parola di Cristo, a professare insegnamenti e ad essere battezzato per molti romani convertiti. Fu in questo momento che la sua famiglia gli inviò Daria con il compito di sedurlo, riconvertirlo al cristianesimo, riportarlo sui ‘binari’ della famiglia, ma avvenne esattamente il contrario: Crisanto convertì Daria al Cristianesimo e per la bella sacerdotessa iniziò un percorso nel quale non era più l’estetica e la forma il valore esistenziale, ma il contenuto della fede, la ricerca della purezza di questa nuova professione religiosa che parlava con altre parole a quella Roma poco incline all’uguaglianza sociale e al perdono.
La Roma dei martiri nel Colosseo
Era una Roma celebre proprio in quell’epoca per i martiri nel Colosseo, le morti spettacolari ad opera di belve feroci, una Roma potente e saggia ma spietata con chi non professava la religione imposta, per quanto lasciasse libertà di credo ma quella Parola di Cristo agli Imperatori non piaceva proprio per termini come ‘fratellanza’, ‘uguaglianza’, ‘amore’ e ‘perdono’, termini che Daria fece immediatamente suoi. Per questo motivo i due ragazzi furono perseguitati e martirizzati nel 283, data supposta e non confermata per assenza di cronache puntigliose dell’epoca. In ogni caso ci è noto il luogo del martirio, sulla Via consolare Salaria, strada sulla quale, ancora oggi, si incontra una pieve, una piccola chiesetta che si narra sia costruita sul luogo del martirio dei due giovani che finsero di essere sposati per poter predicare il loro culto e non accusati di vita nell’adulterio, un patto che fecero per tutelarsi, ma non li preservò comunque dalla persecuzione dell’epoca. La città più rinomata nel celebrare il culto e la data del 25 ottobre in onore di santa Daria è Reggio Emilia, città per la quale la Santa è patrona assieme a San Crisanto. Nella data del 25 ottobre il Duomo di Reggio Emilia celebra la sua Messa Solenne in onore dei Santi Martiri Patroni e proprio nel duomo emiliano riposano le reliquie dei due Santi. Praticamente nel giorno del 25 ottobre è solamente Reggio Emilia a celebrare santa Daria che trova, assieme ai Santi Nicandro e Marciano, il giorno 18 giugno, il periodo di massima celebrazione nel ricordo congiunto di tre Martiri fondamentali per la Chiesa Cattolica.
Gli altri Beati di oggi
Nel giorno di Santa Daria celebriamo anche: Beato Bernardo di San Giuseppe, Mercedario; San Frutto, Eremita a Segovia; Beata Maria Teresa Ferragud Roig e 4 figlie suore, Martiri.