Chi è Satnam Singh, il bracciante agricolo morto dissanguato sul lavoro: a Un Giorno in Pretura il caso per il quale Antonello Lovato è accusato di omicidio
IL CASO SATNAM SINGH A UN GIORNO IN PRETURA
Si chiama “Invisibili” la puntata dedicata a “Un giorno in pretura” al caso di Satnam Singh, il bracciante indiano morto nel luglio di due anni fa dopo un incidente sul lavoro. Rimase gravemente ferito mentre lavorava nei campi a Cisterna di Latina, ma non venne subito portato in ospedale, bensì abbandonato in condizioni disperate, morendo dopo un’agonia di due giorni in ospedale.
Per questa vicenda è finito a processo il titolare dell’azienda agricola dove lavorava, Antonello Lovato, accusato di omicidio volontario, ma all’orizzonte c’è anche un altro procedimento, quello per caporalato, in cui potrebbe finire insieme al padre.
La prima persona che sentirono i carabinieri fu la compagna del bracciante: la donna raccontò che erano arrivati in Italia con permessi provvisori, stabilendosi nel Nord Italia, prima di arrivare nella provincia di Latina, dove si erano trasferiti nel 2022 perché avevano saputo che la paga era migliore e il lavoro era meno faticoso.

Invece, fu vittima di un incidente e non fu neppure soccorso: abbandonato senza un braccio, con l’arto lasciato in una cassetta per la frutta. L’autopsia accertò la morte per emorragia, causata dalla recisione delle vene del braccio destro e delle gambe.
ANTONELLO LOVATO, DALL’OMICIDIO AL CAPORALATO: DUE INCHIESTE
Per la morte di Satnam Singh scattò un’indagine per omissione di soccorso e omicidio colposo condotta dalla procura di Latina. In manette finì Antonello Lovato, accusato di omicidio colposo con dolo eventuale. Il padre, Renzo Lovato, era già indagato per caporalato e sfruttamento di manodopera, ma nel gennaio di quest’anno è stato arrestato sempre per caporalato.
Il figlio, a giudizio immediato, si è difeso spiegando di “aver perso la testa” e di “non aver mai voluto la morte” di Satnam Singh. Ora però si profila un altro processo, che vede coinvolti padre e figlio, perché la procura di Latina ha chiesto il giudizio immediato nei confronti dei due imprenditori agricoli con l’accusa di sfruttamento dei lavoratori e intermediazione illecita, nell’ambito della seconda inchiesta scaturita dalla morte del bracciante indiano.
Dalle indagini è emerso che padre e figlio usavano lavoratori irregolari, con paghe inadeguate e in condizioni precarie. La prima udienza è in programma a novembre: Antonello Lovato è già in carcere, col procedimento in corso per omicidio volontario, invece il padre è agli arresti domiciliari.
