Uno scafista è stato assolto perchè ha svolto quel ruolo per necessità. E’ questa la sentenza emessa dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, come riferito dai colleghi di Today. Secondo quanto dichiarato, l’imputato non è stato condannato “perchè il fatto non costituisce reato, avendo agito in stato di necessità”. A finire alla sbarra, il 26enne di nazionale gambiana Amadou Manneh, che dopo un anno circa in carcere, è stato appunto scarcerato dopo la prima udienza del processo. Il ragazzo africano è riuscito a dimostrare di essere stato costretto a condurre l’imbarcazione dalle coste del nord Africa fino all’isola siciliana di Lampedusa, con a bordo ben 53 migranti in cerca di fortuna lontano dalle proprie terre d’origine. E’ stato costretto a farlo dai trafficanti di morte, che l’hanno minacciato con un coltello: se non avesse fatto la “trasbordata”, sarebbe stato ucciso.
SCAFISTA PER NECESSITA’: ANCHE A OTTOBRE 2019 UN CASO SIMILE
Il 26enne del Gambia si è presentato in aula difeso dall’avvocato Antonio Bordonaro, ed era stato arrestato durante il mese di maggio del 2019: durante le indagini della squadra mobile a seguito di uno sbarco di migranti, le forze dell’ordine avevano interrogato i superstiti, individuando proprio in Amadou lo scafista. Durante l’incidente probatorio aveva specificato di essere solamente un migrante, e l’unico testimone presente ha sostenuto che il ragazzo aveva portato la barca a Lampedusa perché “minacciato con un coltello da un tale Mohammed, detto l’algerino”. Inoltre, stando a quanto sostenuto sempre da questo testimone, Mohammed avrebbe a sua volta minacciato anche i migranti, dicendo che gli stessi avrebbero dovuto accusare Amadou nel caso di indagini da parte della polizia italiana. L’assoluzione delle scorse ore non è un caso così unico, visto che, già ad ottobre dell’anno scorso, ben 14 migranti accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, erano stati prima arrestati e poi assolti e scarcerati dal tribunale di Palermo, anche in questo caso perchè costretti a svolgere quel drammatico impiego sotto minaccia.