Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), l'ad Scannapieco: "Nel piano al 2027 in campo 81 miliardi per sostenere economia". Le strategie per gli investimenti

SCANNAPIECO DISEGNA LA ROTTA DI CDP

Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) non è una cassaforte di Stato, ma una banca pubblica che lavora attivamente sul territorio, supportando progetti e affiancando le imprese e la Pubblica amministrazione. A precisarlo è l’amministratore delegato Dario Scannapieco, in un’intervista al Sole 24 Ore, nella quale spiega che non si tratta di un centro di potere politico: «Cdp è tutt’altro che un oggetto inerte, fermo e pesante».



Dunque, il ruolo di Cdp è operativo: negli ultimi anni, infatti, si è avvicinata alle comunità locali, come dimostrano le varie iniziative intraprese — dal roadshow con Confindustria, per illustrare le proprie attività, all’accordo con Anci, volto ad aiutare i Comuni a progettare e realizzare opere, specialmente dove mancano competenze tecniche. Si tratta di un aiuto importante per molti enti locali che dispongono di risorse, ma non di personale con adeguate competenze per progettare interventi finanziabili.



La sede di Cassa depositi e prestiti (Ansa)

L’istituto fornisce dunque il proprio supporto tramite attività di advisory e capacity building (formazione e assistenza tecnica). È inoltre molto attiva nella gestione dei fondi europei, in quanto partner del programma InvestEU per la crescita e la competitività, grazie al quale ha ottenuto 1,3 miliardi di euro in garanzie.

COME CDP USA LE RISORSE

Secondo Scannapieco — che è anche presidente della rete europea delle banche pubbliche di investimento (ELTI) — le banche pubbliche sono fondamentali per «mettere a terra» il budget europeo. Cdp punta anche sulla collaborazione internazionale, in particolare con le “sorelle europee”, come KfW in Germania e CDC in Francia.



Per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse, Scannapieco precisa al Sole 24 Ore che negli ultimi anni Cdp ha mobilitato oltre 200 miliardi per l’Italia. I crediti concessi sono divisi a metà: una parte a favore della Pubblica amministrazione e l’altra a sostegno delle imprese.

Il nuovo piano industriale prevede 81 miliardi di impegni che attiveranno 170 miliardi di investimenti complessivi. Cdp ha inoltre integrato Simest, che accompagna le aziende nella loro espansione all’estero: l’obiettivo è seguire le imprese dalla nascita fino alla maturità e all’internazionalizzazione.

LE STRATEGIE PER GLI INVESTIMENTI

Nell’intervista si affrontano anche le strategie per gli investimenti: Cdp ha partecipato a operazioni rilevanti, come la fusione Saipem–Subsea7 e l’acquisizione di 2i Rete Gas da parte di Italgas. Gli investimenti vengono selezionati secondo criteri rigorosi, a partire dall’analisi delle necessità del mercato italiano e dalla valutazione dell’impatto sullo sviluppo sostenibile.

L’obiettivo è creare in Italia un ecosistema finanziario più avanzato, investendo senza vincoli di breve periodo. I settori ritenuti strategici da Scannapieco sono agricoltura e food, robotica, energia, costruzioni e real estate, IT e tech: ambiti nei quali potrebbero nascere “campioni nazionali” più solidi tramite fusioni e acquisizioni.

«Sono tra i settori in cui riteniamo ci siano dei player con una possibile attività di consolidamento per i nostri investimenti diretti. Li abbiamo selezionati sulla base di tre macro-parametri: l’innovatività tecnologica, il potenziale economico e di mercato della filiera italiana, e la rilevanza sociale e industriale del settore. E tutto questo è possibile grazie a uno staff di qualità».

Il manager rivendica anche i progressi interni dell’istituto: è stata ridotta l’età media dei dipendenti (41 anni), si utilizzano sistemi di intelligenza artificiale nel recruitment e la percentuale di donne manager è salita al 33% (dal 21% precedente).

DALL’EX ILVA A POSTE ITALIANE

Scannapieco, inoltre, esclude un intervento di Cdp nell’ex Ilva, poiché le regole interne impediscono investimenti in aziende in perdita o prive di prospettive di redditività. Diverso il discorso per la rete unica TLC: l’ad ribadisce la disponibilità a valutare il dossier come azionista, sottolineando la necessità di ridurre duplicazioni costose. «Bisogna avviare innanzitutto un confronto tra le aziende per capire come superare queste duplicazioni, e noi, come azionisti, siamo sempre pronti a sederci al tavolo per ragionare sul dossier».

Sul fronte energetico, Scannapieco chiarisce che Cdp non è coinvolta nella cartolarizzazione degli oneri di sistema, ma sta investendo molto in Terna e Snam, nell’efficienza energetica (Renovit) e nelle energie rinnovabili (GreenIT). Sul dossier Nexi, invece, l’ad è prudente: il fondo americano TPG intende acquistare una divisione, ma Cassa Depositi e Prestiti ritiene che ogni decisione spetti al Consiglio di amministrazione e procederà a un’attenta valutazione.

Infine, sul rapporto con Poste Italiane, il manager assicura che la collaborazione è ottima. La convenzione scade l’anno prossimo, ma i risultati sono positivi: 320 miliardi di raccolta postale e una forte domanda da parte degli investitori. L’obiettivo è continuare a innovare l’offerta con prodotti digitali per attrarre un pubblico più giovane. «Sono estremamente soddisfatto del rapporto con Poste: lavoriamo molto bene insieme, abbiamo innovato i prodotti e finora la convenzione ha dimostrato di funzionare», conclude Scannapieco.