Vertice SCO, la Cina mostra i muscoli: "nessun bullo ci intimiderà". Ora con i BRICS potrebbe accelerare per una moneta alternativa al dollaro

Dopo il vertice di domenica della SCO e gli incontri bilaterali ecco la parata militare per festeggiare gli 80 anni della vittoria sul Giappone. Per la Cina una dimostrazione di potenza e un messaggio chiaro a Trump e all’Occidente: finora si è parlato di un nuovo ordine mondiale, da realizzare con Russia, India e altri Paesi, ma adesso si passa dalle parole ai fatti.



Non si spiegano altrimenti le parole di Xi Jinping, che ha magnificato l’esercito cinese e ha promesso che nessun bullo potrà far paura a Pechino, chiedendo al suo Paese di essere artefice di un grande rinnovamento.

La Cina, insomma, spiega Mario Deaglio, professore emerito di economia internazionale all’Università di Torino, insieme ai BRICS, è pronta ad accelerare per una moneta che sostituisca il dollaro come punto di riferimento degli scambi commerciali, ma anche a dare corso a una nuova Banca mondiale.



Europa e USA devono sbrigarsi a rispondere, cominciando, per esempio dall’Africa, un continente dinamico insieme al quale è possibile realizzare un futuro senza più politiche colonialiste.

Xi Jinping dice che “nessun bullo potrà intimidire la Cina” e parla di un esercito di livello mondiale proprio mentre le sue forze armate sfilano per festeggiare gli 80 anni della vittoria sul Giappone. Come mai questo linguaggio aggressivo?

Di solito ci immaginiamo i cinesi molto tranquilli, ma stavolta non si sono presentati in questo modo. Credo che da un lato in Cina ci sia una corrente di nazionalismo che noi sottovalutiamo. Hanno un grosso bisogno di noi, perché un’economia quasi di mercato funziona se il mercato c’è. Il messaggio è anche per gli europei: “State con noi o le cose peggioreranno”.



Il messaggio di Xi sembrava diretto in particolare a Trump. Perché il leader cinese è stato così esplicito con il presidente americano?

Il messaggio per Trump è molto preciso. Il tema è anche la presenza americana a un passo dalla Cina. Xi mette in guardia gli USA, se vogliono fare entrare Taiwan nella loro orbita Pechino non ci sta. Quanto alle tecnologie spaziali la Cina sta facendo sforzi enormi e intorno a Taiwan sta svolgendo diverse esercitazioni militari. I cinesi stanno progredendo in tanti campi: hanno un sistema di trasferimento del denaro che è migliore del nostro, del metodo Swift, per non parlare di quello che stanno facendo riguardo all’intelligenza artificiale. A un certo punto hanno deciso di alzare la bandiera.

Cosa pensano dei dazi imposti da Trump?

I dazi li hanno infastiditi e, secondo me, hanno anticipato i tempi di risposta alla creazione di una moneta BRICS, che potrebbe essere un valido sostituto del dollaro.

Insomma, finora hanno parlato del nuovo ordine mondiale, ora sono decisi a realizzarlo davvero, magari con una loro banca mondiale che faccia da contraltare a quella che fa capo agli americani?

Xi Jinping metre presiede la conferenza SCO a Tianjin (Ansa)

Non so se la loro banca mondiale e la loro moneta saranno cinesi, di certo con i BRICS ci sono tanti Paesi: il Sudafrica con l’oro, la Russia con il petrolio. Messi insieme sommano le forze. Questi Paesi chiedono di essere trattati bene, altrimenti possono prendere le loro decisioni.

Alle parole di Xi Trump ha risposto sostenendo che insieme a Putin e al nordcoreano Kim sta cospirando contro gli Stati Uniti. Come reagiranno gli statunitensi?

Le dichiarazioni di Trump non fanno presagire niente, sono risposte superficiali a problemi abbastanza gravi. Dietro queste parole, però, c’è anche un tribunale che ha detto che non può imporre dazi: forse le sue parole sono rivolte più all’interno che all’esterno.

Di fronte a questa postura dei cinesi e dei Paesi SCO, come dovrebbe rispondere l’Occidente?

L’Occidente come tale non lo so, perché in questo momento non è in nessun modo unito. A cambiare atteggiamento dovrebbe cominciare l’Europa, ma la Francia sta saltando e la Germania non riesce a fare niente. L’Occidente dovrebbe risolvere problemi che la Cina ha già risolto con un governo centrale e una gestione unitaria.

Gli Stati Uniti, invece, in particolare, come dovrebbero agire?

La Cina è un loro concorrente naturale. Secondo me bisognerà prestare molta attenzione all’Africa. I cinesi hanno allargato le loro reti commerciali, costruendo moltissime infrastrutture in cambio dell’acquisto di prodotti, soprattutto agricoli, per 10 o più anni. Invece di guardarsi allo specchio, gli americani dovrebbero accorgersi che l’Africa è l’unica realtà in cui la popolazione cresce dinamicamente ed è in corso un’importante trasformazione economica. Gli Stati Uniti, e anche l’Europa, devono ripartire dall’Africa. Lì ci sono sette case automobilistiche di cui non sappiamo neanche il nome e sono stati sviluppati sistemi di consegna dei medicinali agli ospedali con i droni. Dobbiamo dimenticare il passato coloniale e costruire un futuro insieme agli africani.

(Paolo Rossetti)

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