L'Italia ha bisogno di innescare un circolo virtuoso per la crescita economica tramite un'azione profonda sulla Pubblica amministrazione

Secondo Gustavo Piga, Professore di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, dall’Economic Outlook dell’Ocse «emergono trend strutturali molto importanti, il primo dei quali è che l’economia globale sta reggendo abbastanza bene l’importante cambiamento giunto dagli Stati Uniti dopo l’elezione di Trump. Guardando alla crescita dal 2020 al 2026 c’è un incremento mondiale pari circa al 20%. Tuttavia, ci sono importanti differenze tra le diverse aree economiche».



Per esempio?

Sempre guardando al periodo 2020-26, Cina e India crescono rispettivamente del 33% e del 40%. Geopoliticamente ci sono quindi degli attori impossibili da ignorare e che rendono strumenti come il G7 sempre meno efficaci nel cercare di raggiungere una qualche forma di coordinamento globale. Tanto più che i Paesi più sviluppati crescono molto meno. Gli Stati Uniti, per esempio, del 14%, l’Eurozona addirittura solamente del 6,3%. E questo dovrebbe preoccupare anche Washington, che dovrebbe avere tutto l’interesse ad avere un alleato in buona salute in questo contesto geopolitico complesso in cui ci troviamo.



La Spagna continua a crescere più della media europea

Anche l’Italia dal 2020 al 2026, con una crescita del 7,2%, fa meglio della media dell’Eurozona, ma è come se dal 2023 si fosse fermata una volta venuta meno la spinta del Superbonus, una misura certamente criticabile per com’è stata concepita, ma che ha dimostrato come una politica fiscale espansiva possa aiutare l’economia. Ne sa qualcosa la Spagna, che, sempre tra il 2020 e il 2026, registra una crescita del 12%, ben distribuita negli anni che sta aiutando anche a migliorare i parametri di finanza pubblica. Di fatto ha dei profili di deficit/Pil simili ai nostri.



Ma cresce di più.

Perché finanzia la spesa pubblica, in particolare per i consumi pubblici, attraverso le maggiori entrate garantite da un aumento non contenuto come il nostro del Pil. La Spagna ha creato questo circolo virtuoso che le consente di ottenere una crescita superiore alla media europea, mentre l’Italia resta prigioniera di una stagnazione da cui è di fatto riuscita a liberarsi solamente nel 2021-22. E se oggi non ci fosse il Pnrr saremmo certamente in piena decrescita.

Come si può aumentare la crescita dell’Italia?

Dipendenti ministeriali (Ansa)

Occorre una politica fiscale espansiva, soprattutto in una fase di pessimismo come quella attuale, confermata da un alto tasso di risparmio delle famiglie italiane, le quali sono evidentemente preoccupate e mettono fieno in cascina in vista di tempi che reputano peggiori. Ma prima ancora va fatto quello che l’Ocse scrive nell’introduzione al suo report: una sistematica azione di spending review e un rafforzamento delle stazioni appaltanti, anche in termini di competenze. In questo modo si può essere più certi che le risorse a disposizione vengano spese bene.

Serviranno, tuttavia, risorse per rafforzare le stazioni appaltanti.

Indubbiamente, anche perché nei prossimi 5 anni andrà in pensione un terzo del personale della Pa e occorrerà, quindi, sostituirlo e sarà cruciale il modo con cui lo si farà. Bisognerà chiedersi su quali settori della Pa puntare di più, con che tipo di contratti e di salari e quanto scomettere sui giovani. Non si tratta di scelte banali, anzi, sono strategiche visti i risultati che possono portare anche in termini di crescita del Pil. Purtroppo, pur essendo la scadenza del 2030 molto vicina, non c’è alcun dibattito su questo tema nel nostro Paese.

Questa riforma della Pa è quindi il punto chiave per innescare un circolo virtuoso per la crescita anche in Italia?

Sì, solo dando garanzie all’Ue e ai mercati che sarà in grado di spendere bene il nostro Paese riuscirà ad avere la possibilità di aumentare provvisoriamente il deficit in modo da poter utilizzare al meglio le risorse. A quel punto si potrà attuare una politica fiscale espansiva che riporterà anche ottimismo negli operatori economici, alimentando un clima positivo per la domanda interna e la crescita. Conseguentemente miglioreranno anche i nostri parametri di finanza pubblica.

L’Ue concederà mai all’Italia di aumentare il proprio deficit?

Tutti in Europa dovrebbero volere un’Italia che cresce di più, in modo che possa contribuire alla crescita di un continente che sullo scacchiere globale conta sempre meno, proprio in virtù di quella forbice rispetto al Pil delle altre aree globali di cui ho parlato all’inizio. Dovrebbe essere, inoltre, abbastanza chiaro ormai che l’austerità non fa altro che peggiorare il quadro dei conti pubblici perché soffoca la crescita. Io penso che presentando un impegno serio a migliorare la qualità della spesa pubblica una politica fiscale espansiva che, come ha detto anche la Banca d’Italia, abbatte il debito/Pil, non ci potrà essere negata. Credo sia una questione di leadership: la nostra Premier non può accontentarsi dell’attuale andamento dell’economia italiana.

(Lorenzo Torrisi)

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