Sembra che si voglia attendere che l'inverno smorzi gli scontri russo-ucraini e imponga a Zelensky la trattativa per un cessate il fuoco
Mentre leggevo le scarne note dell’agenzia Ria Novosti sulla telefonata tra Trump e Putin mi sono venute alla mente le battute intercorse (cito a memoria e potrei sbagliare qualche frase, ma non tradire il tono dello scambio tra Golia e Mammolo) tra Lavrov e Di Maio all’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina. Di Maio rifiutò di incontrare Lavrov e allora Golia disse: “Ma l’essenza della diplomazia è parlarsi proprio nei momenti di massima crisi”.
È quello che è accaduto la sera di giovedì scorso con una telefonata tra Trump e Putin, con il primo che ha reciso nel profondo ogni pressione di estendere il conflitto al calor bianco come sarebbe avvenuto con la sola discussione sulla consegna dei missili Tomahawak alle forze armate ucraine, che li avrebbero usati per colpire i gangli energetici russi e così avrebbero direttamente impegnato gli Usa nella guerra con il crescente pericolo del conflitto nucleare.
Non solo: la Russia continua a essere il più grande produttore mondiale di fonti fossili e la loro interruzione avrebbe vieppiù spinto in recessione la Germania e con essa tutte le nazioni europee a quest’ultima interconnesse, con filiere di imprese che non possono sopravvivere senza quelle risorse.
Trump ha dato prova di saggezza e di realismo e ha rivendicato la primazia ordinatrice dell’uso dei missili in primo luogo dipendendo dalle necessità degli Usa, che sono superiori a quelle della stessa nazione ucraina per il ruolo ordinatore in ultima istanza degli Usa nel mondo.

Lo stesso realismo guida il comportamento Usa e trascina con sé la Gran Bretagna, ora che Macron è affondato negli scarponi sommersi dalle terre nere non solo ucraine ma soprattutto francesi. Tutto questo altro non vuol dire che si prende tempo affinché l’inverno smorzi gli scontri russo-ucraini e imponga a Zelensky la trattativa non tanto per la pace, ma – intanto – per un cessate il fuoco.
Si ritorna alla soluzione coreana, dove operano deterrenza e schieramenti mobili secondo le tecniche della guerra di movimento. Decisiva diventerà la resistenza dei civili, i veri protagonisti martirizzati delle guerre asimmetriche di oggi e del futuro.
In fondo Trump e Putin altro non fanno che prender le misure della deterrenza di tipo nuovo che emerge del conflitto: le sofferenze dei civili, le nuove frontiere terribili delle nuove guerre asimmetriche iniziate molti anni or sono con le guerre indocinesi franco-nordamericane e russo-cinesi, il cui insegnamento ancora non abbiamo metabolizzato.
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