David Julius ha identificato nelle terminazioni nervose cutanee il sensore che risponde al calore; Ardem Patapoutian ha trovato una nuova classe di sensori che rispondono a stimoli meccanici nella pelle e negli organi interni. Le scoperte dei due Nobel per la Medicina 2021 aprono la strada alla ricerca di cure per il dolore e di farmaci antidolorifici.
“Una toccante scoperta”: questo titolo potrebbe rendere giustizia solo in parte all’umorismo tipicamente anglosassone con cui i due ricercatori David Julius and Ardem Patapoutian hanno intitolato le loro lecture sulle fondamentali scoperte scientifiche nell’ambito della percezione sensoriale. Martedì 7 dicembre 2021, infatti, David Julius (From peppers to peppermints: insights into thermosensation and pain) e Ardem Patapoutian (How do you feel? The molecules that sense touch) hanno presentato il percorso delle loro ricerche scientifiche che hanno portato al riconoscimento del premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina per l’edizione del 2021 davanti alla Fondazione Nobel (in diretta YouTube, causa pandemia).
Il “Far West” quest’anno la fa da padrona in quanto Julius lavora presso la University of California, San Francisco (UCSF) e Patapoutian, di origini armeno-libanesi, lavora presso lo Scripps Research Institute in La Jolla, California.
Premettiamo che gli organismi viventi sono sistemi complessi che interagiscono con l’ambiente ricevendo segnali in ingresso ed elaborando risposte in uscita. Questa interazione è indispensabile per la sopravvivenza di ciascun individuo e comporta l’esposizione del sistema a eventi che ne alterano l’equilibrio e la necessità di risposte adeguate a queste perturbazioni. I sensori di questo sistema integrato sono i recettori sensoriali, sia somatici sia viscerali, che attuano i processi di trasduzione, cioè la trasformazione dei segnali esterni in fenomeni di natura elettrochimica da trasmettere lungo le fibre nervose verso il sistema nervoso centrale.
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Fabio Esposito
(Professore Ordinario di Scienze dell’esercizio fisico e dello sport, Università degli Studi di Milano)