Quattro mosse per rivelare in tempo un possibile attacco kamikaze. Prima: lavorando in tempo reale, il sistema di videosorveglianza individua un individuo sospetto tra i passeggeri nei corridoi di un palazzo di trasporto pubblico. Seconda: i sensori a microonde indicano che la persona sta portando sotto i vestiti un oggetto sospetto; la diagnosi è telecomandata e non disturba il flusso di passeggeri; la persona non si accorge di essere sospettata e quindi non attiva il dispositivo esplosivo immediatamente. Terza: l’operatore riceve un avvertimento da parte del sistema di gestione dei dati, che controlla i sensori; può anche vedere altre informazioni sulla minaccia, come la sua entità e la sua collocazione sulla persona. Le informazioni fornite dal successivo set di sensori saranno integrate nel sistema per confermare se esiste una minaccia reale e determinarne la natura. Quattro: mentre il sospettato prosegue lungo il corridoio, il sistema laser analizza le tracce di sostanze chimiche sul suo abbigliamento per identificare l’esatta natura della minaccia.
Se si trovano tracce di esplosivo e la minaccia è confermata, i servizi di sicurezza vengono avvisati automaticamente; così si passa a neutralizzare la minaccia terroristica. Sono i quattro passaggi con i quali viene descritto un esperimento innovativo (il primo al mondo) che ha utilizzato un sistema di sensori per la rivelazione a distanza di sostanze pericolose (esplosivi e loro precursori) effettuato presso la stazione François Mitterand di Parigi lo scorso giugno 2013; il test si è concluso con successo. L’esperimento fa parte del progetto speciale Standex, nell’ambito del quale è stato affidato all’Enea uno dei quattro compiti tecnologici di ricerca. L’attività di ricerca condotta dall’ente italiano ha riguardato sia lo sviluppo del sensore critico e il suo inserimento in un ambiente ad alta affluenza di persone, sia la sua integrazione e gestione in un network di sensori, per consentire di operare con tutti i fattori ambientali che si possono presentare: polveri, umidità, interferenti, rumori elettromagnetici ecc.
La parte progettuale prevedeva lo sviluppo di uno speciale sensore laser in grado di rilevare a distanza (senza contatto) sostanze esplosive e loro precursori presenti in tracce sugli indumenti dei passeggeri all’interno di una metropolitana. La sperimentazione ha permesso di verificare che lo strumento sviluppato dall’Enea è in grado di fornire allarmi in tempo reale al sistema di controllo per la gestione della struttura critica da proteggere (metropolitana, aeroporto, stazione ferroviaria ecc.), rispettando al contempo, i severi requisiti di sicurezza per l’esposizione delle persone alle radiazioni permesse.
Standex è un programma unico e innovativo che utilizza varie tecnologie condivise e testate per la prima volta. Il sistema può rilevare esplosivi a distanza, in tempo reale e senza interrompere il flusso di passeggeri: è in grado di identificare, tracciare e individuare qualsiasi oggetto o persona identificata come trasportatrice di esplosivi e può controllare l’attivazione dell’allarme. «Le prime due tecnologie si basano sulla scansione a microonde – ha spiegato Dmitry Vakhtin, ricercatore presso il Khlopin Radium Institute di San Pietroburgo – con la quale il sistema rileva esplosivi comunque nascosti»; vengono individuate anomalie nella composizione molecolare di oggetti o persone sotto sorveglianza e registrate immediatamente. Il sistema di controllo regola tutti i sensori, centralizza e combina tutti i dati: se viene rilevato qualcosa di insolito, si innesca il sistema di videosorveglianza e viene innalzata la sensibilità del successivo gruppo di sensori.
Uno dei grandi vantaggi di Standex è la sua flessibilità: la tecnologia è in grado di adattarsi a qualsiasi ambiente, sia esso una stazione della metropolitana, un aeroporto o in uno stadio sportivo, senza bisogno di ripensare completamente il sistema per adeguarlo alle particolari esigenze. Ufficialmente lanciato nel quadro del Consiglio Nato-Russia nel febbraio 2010, il programma Standex è stato progettato e sviluppato da un consorzio di olandese, francese, tedesco, italiano e laboratori russi e le aziende, mettere in comune le loro competenze e know-how. Finora, Standex ha un costo di 4,8 milioni di euro; i finanziamenti vengono erogati attraverso il programma Nato Science for Peace and Security e da contributi nazionali dei governi inglese, francese, italiano, russo, turco e statunitense Deve ora essere lanciata una seconda fase del progetto, concentrata sulla gestione delle emergenze e su ciò che si dovrebbe fare una volta che sia stato identificato un terrorista; ulteriori test sono previsti, questa volta in Russia.
Si tratterà poi di gestire il trasferimento all’industria: una serie di colloqui è già in corso e l’obiettivo è di trasferire la tecnologia a livello industriale entro la fine di ottobre 2015, in modo che possa essere portata sul mercato. Il progetto potrebbe aiutare gli alleati della Nato e la Russia nell’azione di prevenzione di attacchi terroristici come quelli tragicamente celebri effettuati sui sistemi di trasporto pubblico a Londra, Madrid e Mosca.