Il cosiddetto “test King’s wise man”, seppure riadattato appositamente, è stato superato da un robot del Ransselaer Polytechnic Institute di New York. Il test, un classico per definire il proprio grado di autocoscienza, consiste nel saper definire il colore del cappello posto in testa a tre persone, potendo vedere i cappelli degli altri ma non il proprio. Nel caso in questione, due dei tre robot sono stati “silenziati” tramite un apposito tasto, ma i tre non sapevano chi fosse stato ridotto al silenzio. Gli studiosi hanno quindi chiesto loro chi fosse stato ridotto al silenzio e tutti e tre hanno cercato di rispondere “non lo so”, ma ovviamente uno solo ha potuto emettere il suono delle parole. Dopo aver sentito il suono delle proprie parole, il robot ha detto: “Scusate, adesso lo so, sono stato in grado di provare che non ero stato messo in silenzio”. Secondo gli studiosi l’esperimento, sebbene non si possa dire sia un autentico auto riconoscimento di sé, è la prova che continuando su questa strada le macchine saranno in grado di prendere coscienza del proprio io.