Dallo scorso 10 dicembre 2015 il pianeta Venere non è più sconosciuto, ed a breve sarà sottoposto a speciali indagini che ci permetteranno di scoprire se i pianeta conosce attività vulcaniche e, soprattutto, se sul cugino della Terra si verificano fulmini. Nonostante l’iniziale fallimento e la conseguente delusione di moltissime aspettative, dopo 5 anni di attesa, caratterizzati da moltissimo lavoro da parte degli scienziati giapponesi ed americani, finalmente, la sonda Akatsuki è ufficialmente in orbita attorno al pianeta Venere. A dare la bella notizia è Jim Green, il direttore delle scienze planetarie della Nasa, soddisfatto del lavoro svolto da parte dei suoi otto scienziati che, nel 2010, quando si verificò il primo fallimento della missione, furono chiamati a collaborare con gli scienziati giapponesi della Jaxa, cioè l’agenzia spaziale giapponese. La sonda spaziale giapponese Akatsuki, è famosa anche con il nome Venus Climate Orbiter. Questa sonda su lanciata, nel 2010, da un razzo vettore H-IIA 202. Nonostante le grandi speranze e la certezza di avere compiuto un ottimo lavoro, purtroppo, dopo sette mesi di viaggio, un avaria al sistema del propulsore principale impedì alla sonda di entrare in orbita. Secondo le prime ricostruzioni sembrerebbe che il motore, a causa delle alte temperature ed una eccessiva presenza di ossidante nella camera di combustione, abbia funzionato per meno di tre minuti, impedendo così di rallentare la velocità della sonda ed entrare in orbita. Da allora il viaggio della sonda fu piuttosto lungo e burrascoso, prevedendo anche un pericoloso avvicinamento al Sole. Fortunatamente l’equipaggiamento della sonda non è stato danneggiato dalle radiazioni del Sole, così gli scienziati giapponesi hanno progettato un piano alternativo che permettesse la riuscita della missione, sfruttando altri propulsori di controllo della sonda. Quindi, dopo aver avviato i motori secondari, che non sfruttano l’ossidante, e dopo aver alleggerito la sonda spaziale privandola di 65 kg di carburante, furono avviate le operazioni per il ripristino della sonda. Oggi, la sonda giapponese Akatsuki è in piena salute, è dotata di cinque telecamere, ad infrarossi ed ultravioletti, ed è in grado di studiare la compositore atmosferica del pianeta. Dalla Nasa, infatti, fanno sapere che la sonda spaziale ha già inviato tra diverse immagini del pianeta cugino della Terra. La sonda giapponese Akatsuki, che significa alba, è inclinata di 3 gradi e viaggia su un’orbita che la sposta tra i 400 ed i 440.000 chilometri dalla superficie del Pianeta. L’orbita intorno al pianeta Venere è diversa rispetto a quella che si era prevista in passato. Essa, quindi, essendo molto più ellittica consente di compiere un giro completo del pianeta in 13 giorni e 14 ore circa. Dalla Nasa, però, fanno sapere di essere assai fiduciosi, quindi con qualche aggiustamento, sarà possibile compiere una rotazione completa in 9 giorni. Secondo la Jaxa, invece, fa sapere che gli esperimenti scientifici per scoprire l’esistenza, o meno, di un’attività vulcanica ed eventualmente confermare le ipotesi, in merito alla presenza di fulmini ipotizzata dalla sonda dell’Esa Venus Express, saranno avviati ad aprile. Nell’attesa gli esperti stanno lavorando per la messa in funzione di ulteriori meccanismi, come la 2µm camera, la Lightning and Airglow Camera e lo Ultra-Stable oscillator.