Da sempre il fine ultimo di ogni essere umano, al di là degli eventi della vita, la felicità è ciò che l’uomo tende al giorno d’oggi di raggiunge con tutte le proprie forze. Se negli anni passati, secondo i più grandi filosofi, l’uomo agognava la perfezione (basti pensare a Nietzsche e al Superuomo), oggi ciò non accade più e si preferisce avere come meta della propria esistenza anche soltanto qualche attimo di pura felicità. Lo stato vitale donato dal sorriso e dalla pace interiore si ripercuote inevitabilmente in altri ambiti della propria vita, come può essere per esempio il rapporto con il cibo. E’ questa la scoperta di un gruppo di ricercatori americani che ha condotto un esperimento sociale e psicologico sul senso di sazietà. I dati rilevati parlano chiaro: chi è felice mangia meno. Anche soltanto una piccola gratificazione della mente, quindi, influisce sull’appetito e di conseguenza sulle porzioni di cibo consumate. Tutto questo può sembrare un test alquanto strano ma i ricercatori hanno cercato così di trovare un modo per ridurre il problema dell’obesità, un allarme che è spesso suonato sul suolo americano ma anche in tutto il mondo.
La filosofia che ha mosso le fila di questo esperimento è l”Happy Meal”, che simpaticamente riprende il menù proposto da McDonald ai bambini e che troviamo fra le pagine di Focus. Il nome è stato scelto non tanto per la pietanza ma quanto per il concetto che nasconde al suo interno. Un pasto felice è infatti l’obiettivo di questa ricerca sperimentale e ha riscosso l’interesse degli scienziati dell’University of Southern California e dell’University of Arizona. I ricercatori hanno condotto un ciclo di test grazie alla risonanza magnetica funzionale e hanno incontrato un’interessante scoperta. Le risposte del cervello umano di fronte ad un oggetto felice, come può essere un biglietto della lotteria o un giocattolo, sono identiche a quelle che ha di fronte ad un cibo prelibato. In questo caso, la porzione dimezzata e l’incentivo non alimentare attivano le stesse aree del cervello che si mettono in moto quando la persona si trova di fronte ad una porzione intera. Il premio è quindi utile soprattutto per invitare le persone a scegliere un pasto dalla taglia ridotta. Inoltre lo studio ha evidenziato che la possibilità di ottenere il premio ambito agisce in maniera più marcata rispetto all’oggetto in sé. In definitiva, questo nuovo metodo potrebbe garantire, soprattutto ai genitori, di governare senza troppe dolorose e spesso inutili diete quello che è l’appetito dei più piccoli ma anche degli adulti.