Renè Laennec era considerato un uomo umile anche dopo il successo che lo aveva investito. Non dimenticò mai le sue origini disagiate ed anzi soffrì sempre a causa di un padre distaccato, che non si interessava delle sue scelte e dei suoi successi. Era un medico di grande cuore, dotato di enorme sensibilità nei confronti del paziente e di un forte senso del pudore, aspetti alquanto rari per il periodo storico in cui visse. La sua modestia era dovuta anche alla grande fede cristiana che lo caratterizzava: egli credeva che il sapere acquisito non gli desse nessun diritto di ritenersi superiore al resto della popolazione, bensì fosse solo un’opportunità per elevarsi spiritualmente a Dio, facendo solo del bene all’umanità. E oltre allo stetoscopio, questa è forse la più grande eredità di Renè Laennec.
L’invenzione dello stetoscopio di Renè Laennec fu alla base del Trattato sull’auscultazione medica. Come per qualsiasi invenzione, anche quella di René fu inizialmente considerata quasi blasfema. I più restii furono i medici conformisti ed antirivoluzionari, che a più riprese accusarono Laennec di essere un ciarlatano e tentarono di dimostrare la dannosità dello stetoscopio. Tali medici profetizzavano l’applicazione delle sanguisughe, che tuttavia innalzò la mortalità in Bretagna. René venne presto colpito da un esaurimento nervoso e la sua salute cagionevole ne risentì notevolmente. Decise quindi di prendersi un periodo di riposo a Kerlouanec. Si trovò costretto a rifiutare numerosi incarichi ambiziosi, come ad esempio la carica di Preside della facoltà di Medicina e regalò la sua intera e alquanto preziosa biblioteca letteraria. Infine, nel 1826 venne colpito dalla tubercolosi e morì proprio a seguito di una malattia che per molti anni fu oggetto dei suoi studi.
Oggi come tutti sapete si celebra Renè Laennec, il grande medico francese e inventore dello stetoscopio che così tanto ha cambiato la storia della medicina. In gioventù si apprestò agli studi grazie allo zio, come potete leggere qui sotto, la sua tesi di laurea fu considerata a tutti gli effetti la sua prima pubblicazione letteraria. Nel corso dei suoi anni lavorativi, però, Renè riuscì a pubblicare altre opere. La prima risale al 1819, è articolata in due volumi e si intitola “De l’auscultation mediate ou traité du diagnostic des maladies des puomons et du coeur fondé principalment sur ce nouveau moyen d’exploration”. A questa seguì, nel 1884, una pubblicazione postuma alla sua morte ma basata su un testo da lui redatto, ovvero “Traité inedit sur l’anatomie pathologique, ou Exposition des alterations visibles qu’eprouve le corps humain dans l’etat de maladie”. Infine, in tempi più recenti, la Francia decise di riconoscergli l’importanza che gli spettava, raffigurandolo persino sui francobolli da 12F, oggi ambiti da tutti gli appassionati di filatelia.
René Laennec, dopo la passione trasmessa dallo zio Guillame iniziò gli studi medici, proprio sotto la guida dello zio stesso. Nel 1795 il medico fece entrare il giovane all’Hopital de la Paix di Nantes, e si occupò personalmente della sua formazione. Inizialmente René decise di utilizzare il sapere che via via apprendeva, in ambito militare, lavorando come aiuto chirurgo all’interno dell’esercito. Ben presto però capì che la vita militare non faceva al caso suo e non dava il giusto valore al suo sapere: nel 1801 partì così per Parigi, con la speranza di incontrare i grandi luminari della medicina. In questa grande metropoli decise che il suo percorso formativo non era ancora terminato e quindi cominciò a frequentare vari corsi presso la Facoltà di Medicina (nonostante le sue precarie condizioni economiche dettate dal fatto che il padre non voleva sovvenzionare i suoi studi). A René, però, lo studio non era affatto sufficiente ed infatti decise di rimettersi all’opera facendo esperienza nel campo dell’anatomia patologica: insomma, un vero e proprio medico a 360°, non c’è che dire.
Nel giorno in cui si celebra Renè Laennec, il grande inventore dello stetoscopio di cui oggi potete conoscere vita, morte e miracoli grazie al doodle di Google che campeggia in ogni ricerca web che comporrete, possiamo pensare a tutto l’influsso positivo che la sua grande invenzione al mondo della medicina e per la vita di tutti noi. Ma non solo, pensate al signor dottore della televisione forse tra i più famosi dopo George Clooney in Er: qualche indizio, bastone, dosi di cinismo da vendere e una tenerezza nascosta sotto una coltre di misoginia. Proprio lui, Dottor House del mitico Hugh Laurie cosa farebbe senza stetoscopio? È un elemento quasi estetico per il grande House, lui, il bastone e lo stetoscopio e lo si deve al mitico Laennec: certo, stiamo parlando di una serie televisiva mentre l’invenzione del medico francese ha regalato tante vite salvate che non si riescono neanche a calcolare, eppure nell’immaginario collettivo quell’oggetto assume ancora il ruolo di un medico a prescindere. Il vestito trasmette l’essenza di quella professione, e davanti allo schermo di uno show è evidentemente tutto ampliato: volete studiarvi qualche massima, con l’occasione, del grande House? Nessun problema, ne approfittiamo per offrivi direttamente qui in video le massime più acute di House, ovviamente con stetoscopio al collo.
René Laennec (Quimper, 17 febbraio 1781 – Kerlouarnec, 13 agosto 1826) fu un illustre ed affermato medico francese. Nacque appunto in Bretagna, ma ebbe un’infanzia alquanto difficile e turbolenta. All’età di soli cinque anni, infatti, la madre Michelle Gabrielle morì di tubercolosi, segnando profondamente Laennec che per tutta la vita fu ossessionato da questa grave malattia. René e suoi due fratelli rimasero così senza una guida autorevole: il padre Theophile, un noto avvocato del paese, non era in grado di occuparsi dei figli, ragion per cui ben presto affidò René alle cure dello zio Guillaume. Fu proprio lo zio, prestigioso medico che lavorava a Nantes, a trasmettere la passione per la medicina al ragazzo e a poggiare le prime basi del suo brillante futuro. Da qui poi lo stetoscopio e tutto quanto, le scoperte e la sua grandezza per la medicina; ma come sempre, ogni grande scoperta nasce da una storia, e quella di Renè Laennec è complessa ma come quella di tutti densa di significato.
Renè Laennec era un supereroe. Certo, se si intende come tale qualcuno che grazie alle sue abilità è stato in grado di salvare centinaia di vite umane. E Renè Laennec lo era. E come ogni supereoe che si rispetti, anche Renè Laennec aveva un arcinemico. Un sedicente medico, molto in voga in quegli anni, Francois Broussais. Ma come si combatterono gli epici scontri tra Broussais e Laennec? Sicuramente i supereroi tecnologici, quelli senza superforza, supervelocità e superudito, usano le spade laser contro il nemico, puntualmente vestito di nero. Non René Laennec però che preferiva combattere a colpi di stetoscopio contro le sanguisughe del suo avversario, Francois Broussais. Il collega Broussais era un fisiologo che affermava che la sede delle emozioni si trovasse nello stomaco. Curava infatti la maggior parte delle malattie come se fossero una gastroenterite. Per il fisiologo infatti, la causa di ogni malattia aveva sede nelle infiammazioni dell’apparato grastrointestinale. Oggi rideremo di questa sfida, visto che l’unico approccio scientifico era quello di Renè Laennec, mentre l’unico risultato delle imprese mediche di Broussais è stato di anzare il tasso di mortalità in Bretagna.
Ma in un duello immaginario fra stomaco e cuore, che cosa vincerebbe? Siamo più abituati a considerare la lotta titanica fra cuore e mente ma la disputa fra Laennec e Broussais non ci sarebbe mai venuta in mente. Il Trattato scritto da Laennec sull’auscultazione mediata, fu infatti criticato aspramente in quegli anni. Persino lo zio Guillaume non era convinto della sua teoria, meno che mai Broussais. Se dovessimo immaginarci la battaglia, sicuramente ci verrebbe in mente una scena del Far West in cui i due contendenti si attendono al tramonto, mani alle pistole. In questo caso si parla di scienziati e visto che il guanto di sfida era ormai in disuso, Broussais accusò Laennec di essere un ciarlatano con tutte le sue energie, scrivendo tutto in fumanti pamphlet. Nei suoi scritti lo accusava anche di aver creato uno strumento, lo stetoscopio, non solo inutile ma anche dannoso. Broussais infatti era più convinto che l’impiego di sansuisughe avrebbe risolto ogni malanno. Anche perché dopo anni, il padrone si affeziona sempre al proprio animaletto domestico, che si tratti di gattini o sansuisughe.
Il 235esimo anniversario della nascita di René Laennec non poteva di certo passare inosservato. Data l’importanza della sua scoperta, Laennec accede di diritto al Doodle che Google ha voluto creare in suo onore. L’immagine si riporta al passaggio evolutivo avvenuto nel mondo della medicina e della salute proprio grazie a Laennec. A sinistra troviamo un medico di vecchio stampo, intento ad usare il primo prototipo di stetoscopio, composto da un cilindro con un foro. Dall’altra invece abbiamo la medicina odierna ed i controlli dei pazienti che sono possibili proprio grazie allo stetoscopio. Se ci pensiamo ogni macchinario o ogni dispositivo medico ha subito l’influenza, fortunatamente, del progresso della tecnologia. In venti anni, si può dire che abbiamo migliorato di gran lunga sia la ricerca che la scoperta, grazie alla tecnologia. Questo particolare tuttavia non riguarda lo stetoscopio, lo strumento essenziale che Laennec ha inventato nel 1816 e che rimane il principale strumento in dotazione di un medico, sia che sia di base sia che si vada di fronte ad uno specialista.