E’ stato sperimentata una nuova tecnica per quanto riguarda il problema dell’anoressia, si tratta di una patologia riguardante l’alimentazione che colpisce molte donne. Questo trattamento innovativo è stato studiato al King’s College. Il tutto consiste nella stimolazione del cervello attraverso dei magneti speciali molto simili a delle bobine, posti precisamente sulla corteccia prefrontale, ossia in un posto direttamente vicino al posto dell’insorgenza della malattia. Fortunatamente si tratta di una tecnica per nulla invasiva, una volta cominciata la sperimentazione sulla persona, essi avvertiranno soltanto un leggero picchiettio sulla parte interessata dai magneti, e i risultati sembrano essere davvero molto confortanti. Finora questa tecnica è stata applicata su circa 49 persone e da ciò che è stato affermato dalla ricercatrice McClelland, sembrerebbe ridursi il bisogno di limitare gli alimenti, diminuendo il senso di sazietà e comportando una idea di non essere grassi, come di solito l’anoressica è portata a pensare. Gli studiosi hanno effettuato questo esperimento direttamente sul campo e in particolar modo ai soggetti coinvolti hanno garantito un trattamento placebo mentre il resto dei soggetti è stato sottoposto ad una stimolazione magnetica. Ebbene si, dopo 24 ore e 20 minuti, i ricercatori, osservando i soggetti interessati da questa patologia, hanno potuto constatare una riduzione dei principali sintomi dell’anoressia e in compenso, il cervello era in grado di effettuare delle scelte più ponderate.
E’ stata effettuata la scelta di studiare questa patologia, perchè l’anoressia, interessa sempre più donne nel corso della loro vita. Si ha cosi un aumento della durata della malattia che si insinua sempre di più nel cervello umano diventando sempre più difficile da eliminare. Con questo studio, si sta cercando di ottenere dei benefici a lungo termine sul paziente, ha affermato uno degli studiosi senior di questa malattia ossia Ulrike Schmidt. Si tratta di uno studio molto importante per questa malattia, che prospetta degli ottimi risultati futuri su questa patologia in costante aumento specie tra le donne. Infatti ad oggi la malattia riguarda 1 donna su 25 con una percentuale del 4%. Infatti questa malattia rappresenta la seconda causa di morte nel mondo, soprattutto tra le adolescenti. I risultati sull’uso di questa tecnica cono molto promettenti, aprono un grande campo di studio specie a livello mondiale e ciò potrebbe garantire una buona speranza a tutti coloro che sono affetti da questa malattia. E’ opportuno usare tutte le modalità possibili ed immaginabili per esporre campagne contro queste patologie, compresi i social network che sono molto vicino ai giovani, ad affermarlo è proprio Sara Bertelli, la psichiatra fondatrice dell’associazione Nutrimento Onlus, la quale dichiara fermamente che sarebbe necessario sensibilizzare tutti con delle campagne pubblicitarie sui social. A dimostrarlo è una esperienza di una ragazza di 23 anni, che afferma di aver sconfitto la malattia grazie ai followers su internet. E allora bisogna cercare di aiutare queste persone non soltanto con la scienza ma con tutti i metodi possibili e immaginabili alla nostra portata!