Un viaggio di quasi 80 milioni di anni per quello che adesso è considerato dai paleontologi e dal resto della comunità scientifica alle stregua di un vero e proprio “fossile vivente”: la specie di squalo preistorico, recuperato casualmente da un peschereccio al largo delle coste portoghesi dell’Algarve (una delle regioni meridionali del Paese lusitano), sta facendo discutere dal momento che si tratta di un esemplare identico a quelli che popolavano le acque della Terra son dal Cretaceo, quando dinosauri quali il Tyrannosaurus Rex e il Triceratops regnavano incontrastati. Il Chlamydoselachus anguineus -questo il nome dello squalo che pare vivere a notevoli profondità- è stato scoperto nel corso di una missione portata avanti per conto dell’Unione Europea e che era volta a ridurre al minimo l’incidenza delle cattura di varietà di pesce indesiderate durante le battute di pesca commerciale: l’esemplare di squalo, un maschio della lunghezza di oltre un metro e mezzo e dotato di 300 denti, è considerato una vera e propria rarità dal momento che si tratta oramai di una delle ultime specie antiche ancora esistenti che abitavano il nostro pianeta svariati milioni di anni fa.
UNO SQUALO “A COLLARE”
La scoperta del Chlamydoselachus anguineus, come detto, è avvenuta in modo abbastanza casuale dato che questo squalo preistorico vive a diverse centinaia di metri di profondità e, per adesso, tracce della sua presenza sono state rinvenute solamente nelle acque costiere di Portimao, una delle principali località dell’Algarve e probabilmente anche negli abissi marini dell’Oceano Atlantico, in Oceania e anche in Giappone. A proposito del sensazionale e inatteso ritrovamento, la professoressa Margarida Castro, esperta di Ecologia Marina e Oceanografia presso la locale Università dell’Algarve, ha fornito delle precisazioni in merito alla specie: l’esemplare maschio rinvenuto dal peschereccio impegnato nella missione della salvaguardia della fauna ocenanica fa parte della specie di squali “a collare”, nome che fa riferimento alla caratteristica disposizione in 24 file dei suoi 300 denti nelle fauci e che servono per poter attaccare e catturare pesci e persino altri squali.
LE CARATTERISTICHE DI QUESTO ESEMPLARE
Intervistati dall’emittente portoghese SIC Noticias Tv, i ricercatori coinvolti in questo ritrovamento hanno affermato che la straordinarietà della scoperta (va ricordato che prima del diciannovesimo secolo non si sapeva nemmeno della sua esistenza) sta nel fatto che il Chlamydoselachus anguineus è molto simile al suo antenato del Cretaceo, dal momento che la sua struttura corporea è estremamente semplice e non evoluta e la spiegazione di questo “gap” rispetto ad altre specie è legata soprattutto alla mancanza di alcune sostanze nutrienti fondamentali a 700 metri di profondità, laddove questo squalo vive; inoltre, secondo uno studio condotto in passato da una équipe di scienziati giapponesi su alcuni squali che vivevano nelle acque della baia di Suruga, la loro dieta sarebbe composta al 60% da cefalopodi e non va dimenticato nemmeno che questi pesci cartilaginei sono caratterizzati dal più lungo periodo di gestazione tra tutte le specie viventi, ovvero circa quarantadue settimane. Infine, è curioso anche notare come la scoperta di questo “fossile vivente” arrivi a soli due mesi di distanza dal ritrovamento in Texas di una misteriosa creatura marina dotata di zanne e che era sostanzialmente ignota agli scienziati che l’hanno analizzata.