Per gli esperti gli aghi low cost per il trattamento del diabete possono essere un problema considerando che i trattamenti medici per questa patologia devono essere sempre di primissima qualità, nell’interesse del paziente. L’allarme della Società Italiana di Diabetologia è chiaro: “Negli ultimi anni, sull’onda del mantra del risparmio a tutti i costi, nei capitolati d’appalto si è andato trascurando l’aspetto della qualità degli aghi per penna, mentre al contempo il mercato si apre sempre più ad aghi low-cost dall’estero. Ha grande importanza la scelta dell’ago non solo per la corretta somministrazione dell’insulina ma anche per la sicurezza dell’operatore sanitario. Troppo spesso gli aghi considerati un dispositivo di bassa tecnologia sono basate unicamente sul prezzo più basso, non tenendo conto di una serie di caratteristiche che hanno un impatto sulla funzionalità del dispositivo, la prevenzione di infezioni e di punture accidentali“. (agg. di Fabio Belli)
“DIABETE URBANO PROBLEMA GLOBALE”
Il professore Giorgio Sesti è il presidente della Società italiana di diabetologia e ha parlato al Congresso nazionale di Rimini come riportato da Adnkronos, sottolineando diverse cose molto interessanti. Questi ha spiegato: “Il problema del diabete urbano è un problema globale. L’International Diabets Federation prevede che nel 2045 i tre quarti della popolazione diabetica vivranno nelle grandi città. Si sta assistendo inoltre a un incremento dell’obesità fra gli abitanti delle aree urbane rispetto a chi invece abita in un ambiente rurale. Per sensibilizzare le istituzioni e i cittadini la Sid ha aderito al progetto Cities Changing Diabetes allo scopo di promuovere stili di vita virtuosi”. Il problema ulteriore è legato anche sugli aghi low cost come sottolineato al Congresso di Rimini stesso. Infatti pare che un ago di scarsa qualità possa andare ad ostacolare il controllo del diabete a cui alcuni si devono sottoporre anche diverse volte al giorno. Una scelta per alcuni economica che però potrebbe portare a problemi ben superiori.
A RISCHIO CHI ABITA IN CITTÀ
Continuano gli studi sul diabete e grazie a un’indagine condotta a Roma pare che il diabete attacchi principalmente le persone che vivono in città. Questo perché spesso i comportamenti di chi abita in una città sono scorretti come le abitudini alimentari e la troppa sedentarietà a volte dovuta anche a motivi di lavoro. Secondo quanto riportato dall’Istat pare che in Italia le persone con il diabete siano 3.27 milioni di cui il 52% abita nelle 14 città metropolitane del nostro paese. Una situazione che va definita con attenzione per cercare di superarla. L’obbligo è quello di cambiare assolutamente le abitudini scorrette che possono portare ad avere problemi anche diversi legati alle malattie cardiovascolari. Condurre un’attività fisica regolare e scegliere un’alimentazione sana può solo che avere delle ripercussioni positive sul nostro fisico.