L’idea che il cosmo, l’universo, sia generatore di una musica detta delle sfere o universale è antica quanto l’uomo. Una musica prodotta dai movimenti dei corpi celesti come il sole, la luna e i pianeti, le sfere appunto non udibile dall’orecchio umano consistente in concetti armonico-matematici. Da Pitagora fino almeno al XVII secolo tale concetto fu studiato e interessò la razza umana. Nel 1619 Keplero scrisse l’Armonia del mondo, spiegando come i pianeti producesso note musicali basandosi sulla velocità delle loro orbite. D’altro canto, ancora oggi, per molti scienziati e studiosi, l’universo stesso nacque producendo una musica cosmica che riecheggia negli esseri umani a livello inconscio e ancestrale: per questo motivo la musica provoca nell’essere umano emozioni e nostalgie inspiegabili. In tempi moderni, grazie ai computer e ai sintetizzatori musicali, si è cercato di riprodurre tale musica universale con risultati differenti.
VIA LATTEA IN MUSICA A RITMO DI BLUES: IL SUONO DELLE STELLE
Un astronomo americano, Mark Heyer, dell’università del Massachusetts, ha voluto produrre un nuovo tentativo, esprimere la musica prodotta dalla nostra galassia, quella delle stelle che compongono la via Lattea. Con l’uso di un algoritmo ha trasformato in note 20 anni di segnali raccolti dai radiotelescopi sul movimento dei gas della galassia: “Le note riflettono soprattutto la velocità dei gas che ruotano intorno al centro della nostra galassia”. Per farlo, ha usato la classica scala pentatonica, quella che è alla base praticamente di ogni forma musicale, da quelle delle antiche popolazioni fino al jazz, al blues e al rock. Ha così trasformato i dati raccolti dai telescopi sui gas della via Lattea in note e strumenti musicali, i gas molecolari come pianoforti, quelli atomici un basso e quelli ionizzati in un sassofono. Ne è nato il Milky Way Blues, come lo ha intitolato, un pezzo che su base blueseggiante suona come una tipica composizione jazz. Il risultato è intrigante e simpatico, ma non dimostra che questo sia l’autentico suono che proviene dal cosmo, semplicemente cambiando i fattori, cambierebbe anche il suono, usando ad esempio una diversa scala musicale e un diverso algoritmo.