Uno studio rivoluzionario ci ha dato la possibilità di scoprire da vicino il Megachirella wachtleri, l’antenato più anziano delle attuali lucertole. Il fossile ritrovato venti anni fa sulle Dolomiti è stato sottoposto a una microtomografia computerizzata a raggi X grazie a un team internazionale che è riuscito a scavare ancora più in fondo di quanto fatto prima. Da questo è emerso con confronti morfologici con altri 129 specie di rettili viventi ed estinti per arrivare alla sua vera identità. Sarebbe vissuto ben 240 milioni di fa e ovviamente fu molto diverso dalle lucertole che possiamo trovare nei giardini di ogni città oggi. Si tratta sicuramente di una curiosità interessante che mette un tassello in più nella storia dell’evoluzione terrestre.
UNO STUDIO DURATO 20 ANNI
Sono serviti venti anni per analizzare il fossile emerso da un ritrovamento sulle Dolomiti. E’ recente infatti la scoperta, grazie a una tecnica innovativa, che il Megachirella wachtleri sia il più antico antenato delle lucertole. L’animale apparteneva agli squamati, cioè l’ordine più grande di rettili che comprende circa diecimila specie viventi tra anfisbene, lucertole e serpenti. Il reperto archeologico fu ritrovato appunto sulle Dolomiti dal cacciatore di fossili Michael Wachtler e anche a questo si deve il nome postumo dato all’animale. Precisamente fu raccolto in una roccia di Prà della Vacca. I paleontologi a lungo si sono interrogati su a chi potesse appartenere, escludendo per lunghissimo tempo che si trattasse di uno squamato e pensando che appartenesse al gruppo dei lepidosauromorfi vissuti insieme ai dinosauri nel Trassico.