Assisteremo a conversioni di massa dopo la pubblicazione di questa indagine, fatta da psicologi dello stato dell’Ohio, visitando le tombe di circa mille persone e i relativi obituari? Ok, è abbastanza chiaro che chi è religioso vive una vita almeno all’apparenza più sana, in quanto la fede dà indicazioni precise sullo stile di vita, tipo astenersi da “bevute e libagioni” eccessive e altro ancora. Però credere che i cristiani non le apprezzino contraddice lo stesso vangelo: il primo miracolo di Gesù si svolge infatti a un banchetto di nozze dove trasforma l’acqua in vino. Ma non si tratta solo di questo, secondo la ricerca è anche la vita comunitaria e l’impegno in opere di volontariato che allungano la vita. Questo perché la ricerca in questione ha dimostrato che i credenti vivono in media quattro anni in più degli atei, anzi 5,64 anni.
“CHI CREDE IN DIO VIVE DI PIÙ”
I ricercatori dell’università dell’Ohio sono giunti “alla conclusione scientifica che prova l’evidenza che c’è una relazione di causa tra chi ha fede e quanto a lungo si vive”. Un primo studio era stato effettuato nel 2012 nello stato dello Iowa su 500 campioni: allora la differenza era ancora più evidente, ben 9,45 anni di vita in più per i credenti. Ma attenzione: la partecipazione a una vita comunitaria allunga la vita di un solo anno, la ragione per cui invece si vive più a lungo dovrebbe essere legata a stili di vita più sani e a non avere partner sessuali molteplici. Lo studio è stato pubblicato sul Social Psychological and Personality Science: “Questo studio ci dà maggiori prove rispetto ad altri studi analoghi che dicono lo stesso, che essere credenti ha un positivo effetto sulla salute”.