“Non sto morendo, mi trasformo in altro”: questa frase di Peter Scott-Morgan sintetizza la drammatica ma emozionante vicenda dello scienziato salito agli onori delle cronache per via della sua battaglia contro la Sindrome Laterale Amiotrofica (SLA) che pur costringendolo all’immobilità non gli ha tolto la speranza di vivere. Infatti il 61enne ricercatore anglo-americano e noto per i suoi studi sulla robotica non si dà per vinto nonostante una malattia che lo condurrà alla morte e così sta pian piano collegando parti del suo corpo a delle macchine e per ovviare all’impossibilità di esprimersi ha creato un avatar che parla e sorride al posto suo. Dopo aver scoperto la malattia ha deciso di sfruttare le sue vaste competenze che ne fanno uno dei maggiori esperti di robotica al mondo per diventare una sorta di cyborg e ribaltare un destino già scritto: d’altronde proprio lui che fu uno dei primi studenti a laurearsi in Robotica al prestigioso Imperial College londinese ha passato la vita a scrivere libri per spiegare come le nuove tecnologie possano migliorare la nostra esistenza quotidiana. E così Peter Scott-Morgan, che dal 2017 ha scoperto di avere la SLA, ha deciso che, man mano che il corpo non risponderà più alla sua volontà, sarà lui a diventare un uomo-robot. Sono trascorsi tre anni da allora (e allo scienziato ne furono diagnosticati massimo due di vita) e la sua storia ha attirato decine di esperti e semplici curiosi.
LO SCIENZIATO MALATO DI SLA CHE VUOLE DIVENTARE UN ROBOT: “NON MUOIO, MI TRASFORMO”
Il ricercatore è convinto di poter viver molto tempo rimpiazzando le parti del suo corpo che non rispondono più con dei dispositivi cibernetici. Ovviamente come accade in questi casi tanti interrogativi non solamente scientifici ma anche etico-filosofici vengono sollevati ma la disperata sfida di Scott-Morgan che è disposto a diventare “altro” da un essere umano pur di sopravvivere ha commosso molte persone. D’altronde il diretto interessato pare avvezzo alle sfide dato che si era dichiarato gay negli Anni ’70 e, come ha raccontato, è stato spesso costretto ad adattarsi a un mondo che lo rifiutava. Al momento gli unici due interventi a cui si è sottoposto sono una laringectomia per evitare la morte (e prima di andare sotto i ferri ha registrato ben 20mila parole che ora usa per esprimersi, grazie anche a un avatar digitale che esprime le emozioni al posto suo per ovviare alla paralisi del volto) e uno allo stomaco per essere nutrito attraverso un tubo. E ora? Al momento Morgan si muove grazie a una avanzata sedia a rotelle e presto metterà a punto un esoscheletro che dovrebbe consentirgli di camminare autonomamente. Insomma quello che si è definito come una sorta di Peter 2.0 continua a sfidare la morte ribadendo però che lui, indipendentemente da come cambierà, non smetterà mai “di essere un essere umano”.