Scoperto banca, scatta segnalazione a Bankitalia/ Sileoni: “Stop prestiti per 3 anni”

- Silvana Palazzo

Scoperto in banca, dopo 90 giorni scatta segnalazione alla centrale rischi di Bankitalia. Lando Maria Sileoni (Fabi) spiega che poi per tre anni non si possono ricevere prestiti

sileoni fabi la7 640x300 Lando Maria Sileoni, Fabi (La7)

Lando Maria Sileoni, sindacalista del settore bancario, a “Coffee Break” su La7 ha parlato della regola EBA entrata in vigore a gennaio riguardo lo scoperto in banca. In pratica, non si può far andare in rosso il conto corrente bancario o saltare le rate del mutuo. «È uno dei tanti problemi che stanno mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e imprese», la premessa del segretario generale di Fabi. L’impatto è enorme perché si tratta di una norma che riguarda 15 milioni di clienti. «Era rimasta sospesa per quattro anni. Ora è vietato il rosso e lo scoperto sul conto corrente. Ci sono due soglie: 100 euro per le famiglie e 500 per le imprese. Poi c’è il tetto delle rate arretrate dei prestiti: non devono superare l’1% del totale degli affidamenti». Le conseguenze sono importanti: «Il problema è che trascorsi 90 giorni, c’è automaticamente la segnalazione alla centrale rischi della Banca d’Italia e per tre anni la persona o l’impresa non potrà più ricevere prestiti da nessuna banca italiana».

Lando Maria Sileoni ha quindi criticato il precedente governo: «La reazione tardiva delle banche e del governo precedente è stata una dimostrazione di grande debolezza verso la finanza europea. Questa nuova situazione interessa 15 milioni di clienti tra famiglie e imprese».

SILEONI (FABI) SU SMART WORKING E PNRR

Lando Maria Sileoni ha anche affrontato il tema dello smart working. «Il problema è legato al fenomeno dell’outsorcing, cioè si creano le condizioni affinché i dipendenti privati che sono in smartworking siano esternalizzati». Riguardo l’holiday working: «Durante il periodo di ferie ci si riposa, è vietato contrattualmente lavorare e stare in ferie. Quindi questa formula mi sembra una provocazione perché non si basa sul nulla dal punto di vista contrattuale». Ma Lando Maria Sileoni a “Coffee Break” ha parlato anche del Pnrr: «Per chi gestisce le banche la preoccupazione riguarda la gestione dei flussi di denaro in entrata, perché i banchieri alla fine cercano il business dappertutto. La nostra valutazione del Recovery Plan come organizzazione sindacale è molto positiva. Il Pnrr è un pezzo di un piano di rilancio del nostro Paese. Il bello inizia adesso, le sfide sono la regia unica, la trasparenza e la realizzazione pratica e veloce delle cose, la semplificazione. Bisognerà scatenare le energie della Pubblica amministrazione e dei privati. Le vere riforme vanno finanziate e spinte». Ma ha anche spiegato che le banche possono dare un’ulteriore spinta: «La ripartizione dei soldi è destinata a dividere, le banche potrebbero aggiungere altri 200 miliardi di finanziamenti collegati ai progetti del governo».







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