Pochi mesi fa scrissi un articolo il cui incipit evidenziava la difficoltà di scrivere su temi che toccano la scuola, paritaria in particolare, dato che i problemi da anni sono sempre gli stessi e nonostante le sollecitazioni e le pressioni non giungono le attese e dovute soluzioni. L’emergenza sanitaria, la necessità di una ripresa economica, i finanziamenti europei hanno aggiunto nuove situazioni e nuove tematiche, ma rimane, purtroppo, la stessa considerazione: le scuole paritarie continuano spesso a sentirsi “invisibili” e/o “figlie di un dio minore”.
Come sempre, una serie di emergenze importanti mettono in secondo piano quelle della scuola paritaria con il risultato che le soluzioni per questo settore rimangono al palo con gravi situazioni anche di carattere sociale. Un solo esempio tra i tanti: la regolarizzazione dei docenti in attesa da sette anni della possibilità di abilitarsi onde poter stabilizzare i loro contratti di lavoro.
Sarebbe scorretto dire che nulla si è mosso, come ben ricorda Gabriele Toccafondi in una recentissima intervista in occasione del Consiglio nazionale Agesc tenuto a Firenze, ma il tutto si muove sempre lentamente, in ritardo, solo su pressioni e senza risolvere completamente alcuna emergenza. Ne sono esempio gli interventi per le famiglie degli studenti con disagio che frequentano le scuole paritarie: i contributi per il sostegno hanno avuto un buon incremento, ma non hanno eliminato la discriminazione economica esistente rispetto a chi frequenta la scuola statale.
In questo contesto si inseriscono le nuove necessità e le nuove decisioni del Governo che, purtroppo, confermano nella loro impostazione, questa linea.
I progetti di intervento presentati per i finanziamenti europei attraverso il Pnrr non prevedono interventi economici per le scuole paritarie. I finanziamenti previsti, ristrutturazioni, risparmio energetico, messa a norma… per la scuola sono “pubblico su pubblico” e, pertanto, le nostre scuole sono escluse dalla possibilità di usufruire di tali finanziamenti. Poco conta che dall’anno 2000 con l’approvazione della legge di parità il settore paritario eroghi con molte sue scuole un servizio pubblico, in molti casi di qualità, e ne ha dimostrato l’utilità complementare proprio durante questo periodo di emergenza. Poco importa che spesso si dica con chiarezza che le scuole dell’unico Servizio nazionale sono tutte pubbliche. Pubbliche statali e pubbliche paritarie. Per i progetti presentati per i finanziamenti del Pnrr questo non conta e, se vorremo modernizzare, ristrutturare, efficientare le nostre scuole, dovremo ricorrere a nostre risorse interne.
La “dimenticanza” della nostra esistenza e del servizio che eroghiamo fa sì che siamo ignorati anche in provvedimenti che potrebbero compensare in parte l’impossibilità di accedere ai finanziamenti del Pnrr. Un esempio è il Superbonus 110%. I recenti interventi che hanno ampliato la platea di intervento, ad esempio a villette, Rsa e alberghi, non fa cenno a stabili ad uso scuola poiché, credo, non sono stati considerati, dato che per interventi analoghi le scuole statali usufruiranno dei finanziamenti Pnrr; ancora una volta le scuole paritarie, di fatto, “sono invisibili”.
Un altro argomento dibattuto in questi giorni è il forte incremento dei costi di energia e gas. Anche le scuole paritarie sono state colpite duramente da questi incrementi con bollette triplicate nel giro di un anno e conseguenti difficoltà di bilancio, come hanno evidenziato le associazioni in uno specifico comunicato reso pubblico in questi giorni. Non possiamo “rimanere invisibili” anche in questa situazione, ma dobbiamo avere ristori, come tutte le altre imprese, in tempi rapidi, onde evitare ulteriori forti difficoltà economiche a molte scuole, portandole a rischio di chiusura.
Questo mio articolo non può che chiudersi con la richiesta già esplicitata in passato. Ormai gli espetti ideologici legati a scuola statale vs scuola paritaria dovrebbero essere solo un triste ricordo del passato e il tempo attuale ha dimostrato quanto la sinergia pubblico/privato produca effetti positivi per il completamento e il miglioramento del servizio pubblico erogato a studenti e famiglie.
Togliamo il “mantello dell’invisibilità” alle scuole paritarie e quando si prendono decisioni sulla scuola si faccia sì che queste siano per tutte le scuole, in pari dignità, tenendo conto delle specifiche peculiarità delle scuole paritarie e dell’esistenza di un Unico sistema nazionale, come previsto e regolamentato dalla legge 62/2000.
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