Scuola, scoppia il caso scrutini: il ministro Bianchi li anticipa a partire dal 1° giugno e chiede che siano terminati entro la fine dell'anno. Problemi per i precari Covid
A scuola gli scrutini, almeno per quest’anno, si svolgeranno in anticipo. La decisione è stata assunta mediante un’ordinanza sottoscritta dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il quale ha sottolineato che, in ragione della perdurante emergenza pandemica, per l’anno scolastico 2020-2021 i dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali sono autorizzati a prevedere la conclusione degli scrutini finali per le classi delle istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo e secondo ciclo di istruzione entro il termine delle lezioni fissato dai calendari delle Regioni e delle Province autonome, fermo restando l’avvio degli stessi non prima del primo giugno.
Di fatto, la scuola non si concluderà prima delle date originariamente previste, ma i professori dovranno sveltire le tempistiche delle valutazioni e, di riflesso, anche gli studenti più “a rischio” dovranno accelerare, soprattutto nelle materie nelle quali si trovano in una situazione potenzialmente pericolosa: questa volta i primi giorni di giugno, quelli in cui solitamente ci si gioca il tutto per tutto nelle ultime interrogazioni per così dire “riparatorie”, non basteranno a salvarsi.
SCUOLA, SCRUTINI ANTICIPATI: E I PRECARI?
Parallelamente alla questione scrutini anticipati, nel mondo della scuola ne deflagra un’altra, strettamente collegata alla precedente. A portarla a galla è Rocco Pinneri, dirigente scolastico del Lazio, mediante un’ordinanza ripresa dai colleghi de “Il Fatto Quotidiano”: “Le istituzioni scolastiche statali – si legge nel documento – svolgono, salvo impossibilità, gli scrutini finali tra il primo e l’8 giugno quando un termine successivo richiederebbe di autorizzare la spesa aggiuntiva necessaria a prorogare il contratto di lavoro ad uno o più docenti”. A intervenire ancora più duramente sull’argomento, sempre attraverso la testata giornalistica menzionata poche righe fa, è Stefano D’Errico, esponente dell’Unicobas, il quale sottolinea a chiare lettere il problema della scadenza dei contratti Covid stipulati a molti supplenti fino al termine del dieci giugno: “Per i supplenti Covid ci sono problemi per le proroghe, dovuti solo alla incapacità/volontà di Governo e Ministero, che non hanno saputo/voluto fare i conti e prevedere la spesa necessaria per gestire i contratti”. Come si comporterà, dunque, il Ministero dell’Istruzione?