Continua a tenere banco in questi giorni in tutt’Italia il dilemma legato a una possibile nuova chiusura delle scuole, con particolare riferimento ai focolai di variante inglese che sempre più spesso vengono rilevati all’interno delle classi, anche quelle frequentate dai giovanissimi (elementari e materna). Accanto a questa situazione di emergenza sanitaria, tuttavia, si staglia un’altra problematica non di poco conto, che riguarda i genitori degli studenti, che stanno letteralmente “soffrendo” a livello lavorativo, dal momento che non hanno la possibilità, se non sono in regime di telelavoro, di rimanere a casa con i propri figli.
Lo spiega nel dettaglio Antonio Affinita, direttore del Moige, ai microfoni dell’agenzia stampa Adnkronos: “Chiudere le scuole? È necessaria una riflessione più acuta, più profonda, che vada al di là delle problematiche sanitarie della chiusura delle scuole. Serve ampliare la riflessione sulle conseguenze didattiche, pedagogiche, sociali ed economiche e c’è un allarme che giunge direttamente a noi: i genitori non hanno più congedi e neanche ferie per poter stare a casa con i loro figli minori”.
GENITORI IN CRISI, MOIGE: “SERVE SOLUZIONE”
Così, come accennavamo, i genitori che non possono garantire le proprie prestazioni lavorative mediante lo smart working, i problemi aumentano a dismisura e appaiono irrisolvibili senza interventi “superiori” a livello statale: “La situazione si fa critica – ha aggiunto il direttore del Moige sulle colonne di Adnkronos –, soprattutto per coloro che hanno un lavoro obbligatoriamente da svolgere in presenza e hanno esaurito congedi, ferie e quant’altro permettesse loro di stare a casa con i figli. È quindi necessario reintegrare il congedo retribuito integrale. Non si possono scaricare sulle famiglie i costi e le conseguenze di questa pandemia”. Analizzata questa momentanea difficoltà, Antonio Affinita prova a lanciare l’appello decisivo, nella speranza di sbloccare uno scenario complicato: “Il Governo e le istituzioni tutte devono tener conto di questa situazione e trovare una soluzione che comprenda sia l’aspetto epidemiologico, la tutela della salute di tutti, che quello sociale ed economico delle famiglie, che sono decisamente in difficoltà”.