Dodicesima giornata di Serie A, Anno Domini 2019. E’d’obbligo partire con la grande prestazione del Cagliari che sta diventando la grande sorpresa del campionato. Cappotto alla Fiorentina con un gioco tipo Atalanta ma con l’aggiunta di un calciatore stratosferico come Nainggolan, il Tatoo’s King. Questi è la dimostrazione di quanto capiscano di calcio gli allenatori. Conte lo ha schifato tenendo Gagliardini e ora, lamentandosi della scarsa qualità dei panchinari bauscia, non si rende conto di criticare se stesso. Vi immaginate la Beneamata di quest’anno con Nainggolan a centrocampo? Con il Verona non avrebbe sicuramente fatta la fatica enorme spesa per vincere l’incontro. Solo una grande superiorità fisica ha permesso ai milanesi di incamerare i tre punti. A centrocampo Conte dovrà rivedere qualcosa. Tutte le avversarie hanno capito che il gioco interista transita, data l’assenza di Sensi, esclusivamente da Brozovic. Per rallentarlo piazzano una marcatura a uomo sul regista nerazzurro che trova evidenti difficoltà a gestire la manovra .Ciò libera De Vrij, bravo nell’impostare ma certo non uomo di regia, non è il suo mestiere: ogni offelè el ga de fa el so mestè. Questo rende il gioco dell’Inter molto macchinoso. Contro l’Hellas si è praticamente svolta la partita nella metà campo veronese. Solo una cavolata a quattro mani, arbitro e Handa, hanno permesso agli scaligeri di andare in vantaggio e mettere l’autobus sulla loro riga di porta. Veemente incasinata la reazione interista. Continui tiri verso la porta veronese che hanno obbligato Silvestri, e lato B annesso, agli straordinari. Ottima partita di Bastoni e Lazaro, anche se bisognava servirlo di più; Lautaro in giornata più di lotta che di ragionamento e Lukaku ottimo nel tenere e smistare palla, ma pietoso come goleador. Buon per l’Inter che Vecino, con una capocciata delle sue, ha trovato il pareggio e Barella la vittoria con un tiro splendido ma per lui difficilmente replicabile. Gli ambrosiani sono apparsi un poco sulle gambe, non so fino a quando riusciranno a sostenere i ritmi imposti da Conte.
A proposito di sostenibilità. Durante 32Bimu, che si terrà a Fiera MILANO nell’ottobre 2020, si parlerà di sostenibilità in tutte le sue accezioni: economica, sociale e ambientale. Quale operatore manifatturiero non coglierà l’occasione per presentare la propria attività e “updatezza” in tale campo? Campo, quello in erba, che è divenuto un po’ pesante in Serie A per la Dea, che ha pareggiato con la Samp; per il Napoli, sperduto fra problematiche che coinvolgono società, allenatore e giocatori, e che non è riuscito ad andare al di là del pareggio casalingo con il Genoa; mentre è risultato leggerissimo per la Lazio che ha respinto gli attacchi del Lecce e si sta imponendo nell’alta classifica. Niente da fare per la Maggica a Parma. Gli emiliani, si sa, sono una squadra quadrata d forte in difesa, che punta sulla velocità dei propri attaccanti, specialisti nel contropiede. Il portiere non inizia mai il gioco appoggiandosi ai difensori ma mira sempre a lanciare lungo per Gervinho e soci per iniziare con rapidità l’azione di attacco. La Roma è troppo Dzeko dipendente. E’ lui il faro del gioco e se, come in questa giornata, non illumina, i romanisti non vedono palla. D’altra parte la Roma può lamentare diverse assenze anche se l’invenzione di Mancini davanti alle difesa è parsa una buona idea.
Prima parte dello scontro fra Gobbi e Casciavit, il big match nella giornata di Serie A, a favore di questi ultimi. La Juve non ha creato occasioni mentre il Milan ha avuto almeno tre occasioni per trafiggere i bianconeri ma, purtroppo per lui, ha attaccanti che sottoporta non valgono un fico secco. I milanesi mostrano grinta e voglia di vincere, i torinesi giocano come se la vittoria debba per diritto porgere loro la chioma. Ronaldo, inesistente, viene sostituito da Dybala dopo pochi minuti della ripresa. Passano venti minuti di cincischiamento poi la Joya si inventa un dribbling fantastico e segna. Alla prima occasione la Juve è passata in vantaggio nonostante il Milan meritasse di più. A questo punto i rossoneri potevano sperare solo nel domenicale rigore causato da De Ligt che però non arriva e così i bianconeri, pur non giocando al massimo, acchiappano i tre punti e restano primi in Serie A.