Pierluigi Baima Bollone, tra i massimi studiosi della Sindone, parla delle sue analisi che hanno confermato la presenza di sangue sul lino
Tra le più note figure scientifiche che abbiano avuto il privilegio di studiare da vicino la Sacra Sindone, sicuramente il professore Pierluigi Baima Bollone – peraltro torinese, città in cui il lenzuolo di lino è conservato fin dalla seconda metà del ‘400 – è sicuramente tra gli italiani più famosi, autore di un libro uscito recentemente (“Gesù e la Sindone“) in cui espone nel dettaglio tutti i risultati degli studi che ha personalmente condotto negli ultimi cinquanta anni.
Proprio in questi giorni – con il mistero che si riaccende in seguito a uno studio spagnolo che mette in dubbio l’autenticità del lenzuolo di lino -, il dottor Bollone è tornato a parlare dei suoi studi sulle pagine del Corriere della Sera, ricordando fin da subito che iniziò a dedicarsi al Sacro Lino “negli anni ’70” quando venne incaricato dall’allora “presidente internazionale sugli studi sulla Sindone (..) Don Coero-Borga” gli chiese se fosse in grado di “stabilire se le macchie (..) fossero davvero ematiche”.

Iniziò proprio in quel momento una lunghissima analisi, partita con l’asportazione di “dodici fili sottratti al lenzuolo e una ‘microcrosta’” nel corso di un lavoro condotto presso il Palazzo Reale torinese in una stanza con “le finestre oscurate da sacchi neri” per non rovinare la Sindone che ricorda essere stata (quasi) un’esperienza mistica, visto che ebbe “l’impressione che l’immagine prendesse corpo” percependola in “tre dimensioni”.
Il dottor Bollone: “Sulla Sindone c’è anche traccia delle monete posizionate sulle orbite oculari di Gesù”
Quei frammenti asportati dalla Sindone – spiega ancora Bollone – furono portati nel suo laboratorio privato e “analizzati sia con il microscopio ottico, sia con quello elettronico a scansione”: il risultato fu chiaro ed evidente, arrivando alla “meravigliosa scoperta” che il lenzuolo è effettivamente intriso di “sangue umano”, che riuscì anche ad analizzare – assieme ad alcuni esperti di genoma – per scoprirne le caratteristiche; tra cui la singolarità del “gruppo [sanguigno] AB“.
Secondo Bollone, dunque, è indubbio che la Sindone sia proprio il lenzuolo con il quale venne coperto il corpo di Gesù nel suo sepolcro e definendo anche quella della “datazione (..) con il radicarbonio 14” che la daterebbe attorno al 13esimo secolo “una forzatura“; ricorda anche che nei suoi studi ha scoperto traccia dell’impronta di “due monete riferibili all’anno 31 dopo Cristo” – proprio quelli di Ponzio Pilato – all’altezza delle orbite oculari impresse sul Sacro Lino.
