IL “LAPSUS” DELLO STORICO LAZAR RIVELA LA CRISI PERENNE DELLA SINISTRA
«La sinistra deve farsi portatrice di speranza in un mondo migliore»: questa frase di Marc Lazar, apparentemente “semplice” e pronunciata al termine del suo intervento su “LaRepubblica”, rendono lo storico francese e sociologo della politica quasi involontariamente “accusatore” di una mancanza sempre più endemica della sinistra europea. La mancanza di speranza, l’incapacità di comunicare l’ideale di un futuro migliore e di un presente dove non tutto è già segnato e perduto: è vero, lo storico Lazar denuncia questa mancanza perché ritiene, legittimamente, che sia proprio da sinistra che si debba cercare il vero senso della speranza e dell’umanità sociale.
Vedendola però dall’altro lato della medaglia, al netto di ogni istanza e credenza ideologica su dove “porre” l’origine dei valori&diritti, il problema denunciato da Lazar è proprio l’impossibilità ormai per la sinistra di farsi portavoce dei problemi della gente normale, disperata e sofferente per condizioni di vita tutt’altro che al passo con la globalizzazione contemporanea. «La globalizzazione, la metamorfosi del capitalismo, l’approfondirsi delle diseguaglianze, l’inflazione, il riscaldamento globale, i flussi migratori, la guerra in Ucraina, la diffidenza verso la politica, l’ascesa di populismi d’ogni genere e la polarizzazione politica esacerbata dalle reti sociali caratterizzano la congiuntura attuale. Tutto ciò colpisce in pieno i partiti riformisti di sinistra, che registrano un calo di organico, l’indebolimento delle loro organizzazioni collaterali, la perdita di sostegno delle categorie popolari, la disgregazione delle culture politiche e la riduzione della propria influenza intellettuale», scrive su “LaRepubblica” lo storico della sinistra riformista francese.
LAZAR: “BASTA CONTINUE VISIONI APOCALITTICHE, SERVE RISPONDERE AL GRIDO DI DOLORE DEGLI SVANTAGGIATI”
Confermando che il detto della sinistra “ZTL” non è affatto un fenomeno solo italiano, Marc Lazar rilancia «La sinistra attira soprattutto le classi medio-alte dei grandi centri urbani, che hanno un livello di istruzione alto, e fatica a risolvere il suo dilemma strategico: se si allea con formazioni centriste lascia uno spazio a sinistra che altri partiti si affrettano a occupare, se stringe accordi a sinistra mette in fuga gli elettori moderati». Per questo motivo Lazar si interroga sulla possibilità effettiva che oggi i partiti della sinistra in Europa siano autentici canali di comunicazione per i temi cardine come lavoro, diritti, economia, disagio social e incognite dal futuro.
«La sinistra deve raccogliere questa sfida culturale, rivolgendosi prima di tutto alle popolazioni meno istruite. Senza cedere alla visione apocalittica del futuro di alcuni suoi membri, che prevedono la catastrofe planetaria, l’instaurazione di regimi autoritari, il fiorire dei nazionalismi e la proliferazione delle guerre», scrive ancora il saggista e storico. In ultima analisi, la sinistra per Marc Lazar non deve solo trovare soluzioni per “prevenire” i rischi denunciati comunque più che reali: deve fare molto di più in quanto dovrebbe «rispondere al “grido di dolore” dei più svantaggiati. Ma deve anche farsi portatrice di speranza in un mondo migliore».