La nomina di Al Sharaa dell'ex stratega e collaboratore di Bin Laden. Ahmad Zidan: Siria sempre più "modellata" sugli ex Al Qaeda. Ecco quali rischi ad oggi
L’ULTIMA NOMINA DEL PRESIDENTE AL SHARAA FA MOLTO DISCUTERE IN SIRIA
Ahmad Muwaffaq Zidan è il nuovo consigliere del Presidente della Siria, Ahmed Al Sharaa: un giornalista classe 1966 originario di Idlib con però un passato molto ingombrante che sta facendo discutere e non poco in Medio Oriente: sì perché Zidan è stato per anni il consigliere e stratega di Osama Bin Laden ai tempi dell’organizzazione terroristica islamista di Al Qaeda, poi “riabilitato” nei decenni successivi come inviato per Al Jazeera in Pakistan e Afghanistan,
Se già le polemiche non mancano per il ruolo che lo stesso Al Sharaa – nome di battaglia Al Jolani quando era capo della divisione di Al Qaeda, Jabhat al-Nusra – ha nel contesto della Siria attuale, dopo la cacciata di Assad e la persecuzione di tutte le minoranze in qualche modo considerate “vicine” al regime sciita, ecco che una nomina come quella di Zidan rischia di confermare ulteriormente il carattere jihadista della formazione HTS ora al pieno comando di Damasco.
SIRIA – Uno dei più stretti collaboratori di Osama bin Laden, Ahmad Zidan, è stato nominato consigliere del presidente della Siria Ahmad al-Sharaa (al-Jolani).
Tramite Lettera da Mosca pic.twitter.com/DSA0aLRF9W
— giorgio bianchi (@Giorgioaki) August 2, 2025
Seppur con aperture alle prossime Elezioni a settembre, con la garanzia dell’Occidente a guida USA e UK, il Governo ad interim di Al Sharaa-Jolani resta piuttosto controverso nei vari atti portati avanti in questi ultimi mesi: dallo scontro con i drusi al rapporto tutt’altro che “sereno” con la minoranza cristiana, fino alla vera e propria guerra a distanza con Israele che vede nella nuova Siria una autentica minaccia alla pace nell’intera regione.
CHI È AHMAD ZIDAN E PERCHÈ L’INGENTE PRESENZA DEGLI EX AL QAEDA DOVREBBE SPAVENTARE L’OCCIDENTE
Già prima del rapporto con Bin Laden, Zidan era considerato un “simpatizzante” – nelle sue analisi e nei suoi articoli su Al Jazeera – dei movimenti jihadisti islamisti, tra l’altro spuntando con il suo nome tra i vari documenti dello scandalo WikiLeaks in quanto sotto sorveglianza per anni dall’FBI per i suoi legami con i Fratelli Musulmani e Al Qaeda (come riporta Hawar News).

Le politiche sulla riconciliazione tra la Siria sunnita e l’Arabia Saudita sono state proposte da Zidan e accolte da Al Sharaa che ora lo nomina come proprio consigliere ma che lo conosce fin dai tempi dei movimenti jihadisti con Jabhat al-Nusra. Il suo passato molto vicino ai talebani e all’attività di Bin Laden ne fanno uno degli elementi più controversi dell’ampio governo ad interim della Siria, senza però che al momento alcun Governo occidentale abbia presentato legittima richiesta di chiarimento all’alleato controverso Sharaa.
Seppur con minore impatto nella violenza con la popolazione civile, gli obiettivi in capo a Damasco al momento protendono una “intellighenzia” ereditata dagli ambienti jihadisti sunniti, non senza eccessi nella guerra interna contro «i nemici della Siria», ovvero tutti quelli considerati da Jolani come potenziali “alleati” di Assad. Con questa giustificazione si rischia di proseguire in una transizione tutt’altro che democratica, ma da un regime al suo opposto…
