La Siria ha rotto nuovamente i rapporti con i curdi: lo scontro riacceso da una recente conferenza che ha coinvolto anche i drusi e gli alawiti

Dopo diverse settimana in cui sembrava possibile che il nuovo governo della Siria retto da Ahmad Hussayn al-Sharaa (anche noto con il nome di battaglia “al-Jolani”) trovasse un via per riappacificarsi con i curdi – anche grazie al supporto internazionale di Stati Uniti e Francia -, una recente conferenza ha nuovamente aumentato il livello delle tensioni, con il governo di Damasco che si è ritirato da qualsiasi futuro incontro.



Partendo proprio dalla conferenza, è utile ricordare che si è tenuta lo scorso 8 agosto ad Hasakeh – nell’area a Nord-Est del territorio siriano, controllata dai curdi – alla presenza delle cosiddette Forze Democratiche Siriane, del leader druso Hikmat al-Hijri e di quello alawita Ghazal al-Ghazal: un incontro al termine del quale è stato chiesto alla nuova amministrazione di Damasco di aprire una trattativa per redigere tutti assieme una Costituzione e arrivare a una divisione territoriale sul modello federale, con aree governate da potenze diverse che rispondono a un solo governo centrale.



Non solo, perché sul palco della conferenza al-Hijri ha anche commentato il recente scontri tra la Siria e il popolo alawita (del quale faceva parte anche l’ex presidente Assad, ma che non si è mai veramente opposto in modo formale al nuovo governo) definendolo – riferisce il governo di Damasco – “un genocidio sistematico perpetrato a sangue freddo“, esortando anche un intervento dell’ONU affinché individui e punisca i responsabili.

La Siria rompe (nuovamente) con i curdi: “Inaccettabile la collaborazione con le forze separatiste ostili”

Al di là della posizione di al-Hijri, sembra che al governo della Siria non sia andato veramente giù l’incontro ad Hasakeh, tanto che all’indomani – ovvero nella giornata di ieri, sabato 9 agosto – Damasco ha annunciato il suo ritiro dall’incontro a Parigi che si sarebbe dovuto tenere con le Forze Democratiche Siriane per arrivare a una normalizzazione dei rapporti e a un accordo (in qualche modo) definitivo sull’amministrazione del territorio mediorientale.



Ahmad al-Sharaa, autoproclamato presidente della Siria (YouTube, 2025)

Secondo la Siria, infatti, l’incontro dello scorso venerdì “mina il cammino di dialogo” che era stato aperto con parecchie difficoltà da Washington e Parigi, sostenendo che Damasco non ha nessuna intenzione di trattare con le “forze separatiste ostili” che “cercano di far riviere l’era del precedente regime sotto qualsiasi altro nome”; il tutto precisando che gli unici responsabili di questa decisione sono le Forze Democratiche Siriane.