L'Onu ha revocato le sanzioni alla Siria eliminando le restrizioni che pesavano contro il presidente Al Sharaa e il Ministro degli interni
Siria, approvata la risoluzione Onu che era stata presentata dagli Stati Uniti per revocare le sanzioni internazionali imposte al presidente Al Sharaa e al Ministro degli Interni del nuovo governo post Assad, Anas Khattab. La decisione è arrivata dopo l’esame di un rapporto nel quale si evidenziava che i membri dell’amministrazione hanno effettivamente portato avanti una strategia di allontanamento dal gruppo terroristico al-Qaeda, di cui l’attuale leader era membro attivo e militante con il nome di Abu Mohammed al Jolani.
Donald Trump aveva anticipato la rimozione delle misure restrittive già qualche mese fa, quando aveva dichiarato che erano stati fatti importanti progressi dopo la fine della guerra civile e per questo motivo occorreva un netto cambiamento nelle politiche estere. Successivamente l’amministrazione Usa aveva pià volte fatto pressione sul Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per spingerlo a predisporre una votazione che avrebbe allineato la comunità internazionale alle posizioni di apertura. I membri si sono quindi espressi a favore per la maggioranza, composta da 14 rappresentanti mentre la Cina si è astenuta, criticando la mancanza di adeguate condizioni di sicurezza per le minoranze e contro il terrorismo.

Onu elimina sanzioni alla Siria, revocate le restrizioni per Al Sharaa e il Ministro degli Interni, la Cina si astiene dalla votazione
Il Consiglio di Sicurezza Onu ha votato a favore della risoluzione Usa sull’eliminazione delle sanzioni imposte alla Siria, in particolare nei confronti del nuovo presidente Al Sharaa e del Ministro degli Interni. Una svolta che, come ha commentato Trump, darà nuova fiducia al paese per poter proseguire la lotta di liberazione della popolazione e l’avvio di un percorso verso il ripristino delle relazioni internazionali che erano state interrotte durante il regime Assad.
In precedenza, i membri del nuovo governo, nominati dopo la fine della guerra civile, erano stati sottoposti a restrizioni come divieto di viaggi e congelamento dei beni a causa dei loro legami con al-Qaeda e con lo Stato Islamico, ora invece, come confermato da un dossier delle Nazioni Unite, non sarebbero più stati riscontrati tali collegamenti. Nonostante il parere contrario della Cina, la votazione si è conclusa di comune accordo tra gli altri membri che hanno concordato con quanto dichiarato dall’ambasciatore siriano, che ha voluto sottolineare come questa scelta rappresenti un messaggio di sostegno a tutti gli uomini e le donne che si stanno sforzando per ricostruire le loro vite.
