Sondaggi politici 2025, le intenzioni di voto secondo Termometro Politico: FdI risale al 29%, Forza Italia supera Lega, in calo Pd e M5s. Dai leader a Gaza
SONDAGGI POLITICI 2025: LE VARIAZIONI NELLE INTENZIONI DI VOTO
Resta consistente il divario tra Fratelli d’Italia e il primo partito di opposizione, Pd, mentre M5s resta il terzo attore politico: è la fotografia scattata dai sondaggi politici 2025, in particolare quello di Termometro Politico realizzato tra il 5 e 7 agosto.
Per il partito di Giorgia Meloni c’è un rimbalzo positivo per il quale torna a superare la soglia dei 29 punti, infatti ha recuperato lo 0,3 per cento che riporta FdI al 29,1%. In calo invece Pd e M5s, seppur lieve, rispettivamente dello 0,2 e 0,1 per cento, che li porta al 22,1 e 12,3 per cento. A registrare una crescita interessante è Alleanza Verdi Sinistra (AVS), che arriva al 6,6%, grazie al decimo ottenuto rispetto alla settimana scorsa.

Nel centrodestra prosegue la “sfida” tra Forza Italia e Lega, con i forzisti saliti all’8,8% e, quindi, tornati davanti al Carroccio, che è all’8,5%. Indietro c’è Azione che è al di sotto della soglia di sbarramento, visto che perde un decimo ed è al 3%, ma è davanti a Italia Viva a cui è attribuito il 2,4%, mentre +Europa è all’1,8% e Noi Moderati all’1,1%, quindi indietro anche rispetto a Democrazia Sovrana Popolare che è all’1,4%.
SONDAGGI POLITICI 2025: DALLA FIDUCIA NEI LEADER ALLA GUERRA A GAZA
I sondaggi politici 2025 analizzano anche la fiducia nei leader politici: nel caso di TP, emerge che l’opinione è negativa per quanto riguarda Donald Trump. Infatti, il giudizio è negativo per il 51,8%. Nel complesso, 7 italiani su 10 bocciano il presidente Usa. Anche la premier italiana Giorgia Meloni non convince: la percentuale di sfiducia è al 62,6%, ma comunque il dato mostra una perdita del 0,6% rispetto alla scorsa settimana.
Tra i temi dei sondaggi politici 2025 c’è anche la guerra a Gaza, con quasi 2 italiani su 3 che considerano gli eventi in Palestina come un genocidio, mentre oltre 1 persona su 5 ritiene che questa definizione sia propaganda antisemita. Il sondaggio di Termometro Politico conferma come ci sia tensione e divergenza nell’approccio e nella percezione delle opinioni sull’argomento.
In particolare, per il 49,6% genocidio è la giusta definizione, mentre per il 19,5% non lo è neppure lontanamente, anzi è propaganda anti-israeliana, spesso antisemita. Per il 14,3% è un massacro, ma non un genocidio, stessa percentuale per chi ritiene che ora possa essere definito così, mentre inizialmente era eccessivo.
