I sondaggi politici di Swg a fine luglio 2025: riforma della giustizia, il 44% conferma la separazione delle carriere (e doppia i No). Balzo M5s, cala il Pd
CENTRODESTRA TIENE, CONTE NON SI FERMA, IL CAMPO LARGO INVECE SÌ: I NUOVI SONDAGGI POLITICI SWG
Le inchieste su alcuni esponenti di area Pd e la posizione anti-UE e anti-Riarmo sono tra i motivi per cui da qualche settimana il M5s di Giuseppe Conte segna un’inversione di marca nei sondaggi politici nazionali: la conferma arriva anche dalle ultime intenzioni di voto raccolte da Swg come sempre per La7, con interviste tra il 23 e il 25 luglio 2025. Con un campo largo che di contro perde ancora terreno e rimane in profonda crisi di identità alla vigilia di un autunno caldissimo tra Manovra e Regionali, i 5Stelle guadagnano terreno e raggiungono quota 13,4% tornando ormai al periodo pre-Europee 2024.
Conte al top, non si può lo stesso della leader Pd Schlein che invece non riesce a recuperare consensi, perdendone anzi con il 22,4% del Partito Democratico (-0,3% rispetto ai sondaggi politici della scorsa settimana). In testa resta sempre FdI della Premier Meloni, al netto del caos dazi e con l’accordo ancora non raggiunto nel Centrodestra per i candidati delle prossime Elezioni Regionali: il 29,9% di Fratelli d’Italia va poi aggiunto all’8,4% della Lega e all’8,1% di Forza Italia, entrambe in tenuta ottimale pur dopo una nuova settimana convulsa dal punto di vista politico.
A chiudere le intenzioni di voto dei sondaggi politici Swg troviamo l’ulteriore calo di Alleanza Verdi-Sinistra al 6,7%, il mini passo avanti di Renzi che sale al 2,6% rosicchiando consensi al rivale centrista Calenda (al 3,3% con Azione), e con i anolini di coda che restano PiùEuropa di Magi e Bonino al 2,1%, e Noi Moderati di Lupi solitario all’1%.
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E (POSSIBILE) REFERENDUM: COSA DICONO GLI ITALIANI
Detto del 29%, in calo, dell’astensione mista ad indecisione degli elettori italiani, i sondaggi politici di TgLa7 questa settimana si arricchiscono di un tema che ha segnato non poco la scorsa decade politica: in Senato è passato il secondo (di quattro) esami parlamentari per la riforma della Giustizia marchiata Carlo Nordio, con la separazione delle carriere al centro del provvedimento del Governo Meloni ormai diretto verso il possibile Referendum costituzionale.
Ebbene, è stato chiesto agli intervistati nei sondaggi politici Swg quale fosse la possibile conseguenza dell’attuazione di carriere separate tra giudici e pm inquirenti: ne emerge come per il 29% vi è un giudizio positivo per quanto riguarda gli effetti benefici sull’imparzialità dei giudici, con un 28% che invece ritiene un innalzamento della giustizia in Italia, mentre il 27% è convinto che la riforma migliorerà il rapporto tra politica e potere giuridico.
Ancora più interessante è invece il parere sulle possibili intenzioni di voto in vista di un Referendum sulla riforma Nordio: qui emerge come il 44% ad oggi sarebbe pronto a votare Sì, ovvero confermando la separazione delle carriere per tutti i magistrati, mentre il 21% è deciso sul NO.
Vi è un 35% di indecisi e astenuti che potrebbe essere decisivo per i risultati finali: di certo va ricordato come i Referendum costituzionali non abbiano bisogno del quorum, il che ad oggi fa ben intuire come la proposta del Governo sia ampiamente corrisposta dalla cittadinanza, che col Sì doppierebbe di fatto la tesi dell’opposizione. In casa Centrodestra l’82% punta sul Referendum per confermare la legge, mentre nelle opposizioni vi è comunque un 23% convinto della bontà di questo provvedimento.