Sondaggi politici del Termometro Politico in piena crisi internazionale: timori per Iran e Israele, tenuta del Centrodestra e la sinistra che non "sfonda"
I TIMORI PER LA GUERRA, LE RESPONSABILITÀ GLOBALI E L’ESCALATION (NON CREDUTA): IL “TERMOMETRO” DEI SONDAGGI POLITICI
È inutile “separare” gli ambiti, in tempi come questi la politica nazionale e i timori internazionali di guerre ed escalation non possono che essere considerati e giudicati contemporaneamente anche dagli stessi elettori raggiunti dai vari sondaggi politici, analisi demoscopiche e “sentiment” sui rischi che corriamo tutti in un periodo come questo. E allora osservando i dati in arrivo dai sondaggi politici del “Termometro Politico” – con interviste raccolte tra il 18 e il 19 giugno 2025 – emerge con chiarezza la preoccupazione per l’atomica eventuale in dote all’Iran.
Il 44% è convinto che Teheran possa aver già ottenuto, o comunque in via di realizzazione, la potenza nucleare per poter lanciare un attacco contro Israele e chiunque reputi come nemico: vi è invece un 27% che ritiene sia una menzogna messa in giro come nel caso delle armi chimiche dell’Iraq di Saddam Hussein. Il regime dell’Iran non è comunque il pericolo più grave che l’elettorato italiano riconosce nel contesto attuale: a domanda specifica sempre nei sondaggi del Termometro, i Pasdaran e l’ayatollah preoccupano “solo” il 17% degli italiani, mentre il 35% indica in Israele il «peggior pericolo per la pace».

A seguire lo Stato ebraico, con il 24% degli “alert” troviamo la Russia, poi appunto l’Iran e gli Stati Uniti di Trump all’11,3%: stupisce il bassissimo dato sulla Cina, considerata solo dal 2,5% degli intervistati come un pericolo per la pace globale. Chiudendo il cerchio del focus internazionale, i sondaggi politici del Termometro registrano l’attacco di Israele contro l’Iran – chiusosi con la tregua siglata nella giornata di ieri dopo 12 giorni di conflitto – per il 40% come ingiustificato e illegale, mentre il 38% ritiene sensato aver fermato la produzione dell’eventuale arma atomica in mano al regime sciita.
COME SI COMPORTANO I PARTITI E IL GOVERNO: CRESCE FDI (MA NON MELONI), LA SINISTRA NON SFONDA, MALE I CENTRISTI
Provando a rientrare in confini nazionali più “normali”, anche qui è inevitabile che il periodo storico veda anche per la politica parlamentare un’evoluzione molto vicina e prossima agli eventi che stanno sconvolgendo il mondo ogni giorno: la leadership della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ad esempio, subisce un lieve freno nei sondaggi politici raccolti dal Termometro Politico dopo le difficili triangolazioni diplomatiche tra G7, NATO e Consiglio Europeo in apertura tra oggi e domani.
La fiducia nella Premier “cala” di poco sotto il 40% mentre in termini di partito FdI è in controtendenza, aumentando il vantaggio sul Pd a 7 lunghezze: le intenzioni di voto dei sondaggi politici di questa settimana vedono infatti FdI al 29,7%, con il Partito Democratico di Schlein che invece non va oltre il 22,3%. Al terzo posto Conte coi 5Stelle si ferma al 12%, con la distanza che resta ancora minima tra Lega e Forza Italia all’interno dell’8% di consenso nazionale.

Male, molto male l’area centrista che ad oggi rimarrebbe fuori dal Parlamento in caso di Elezioni (se non vi fosse una coalizione pronta ad ospitarli, ndr): Azione di Calenda al 2,7% vede avvicinarsi Renzi al 2,4%, con Magi e PiùEuropa al 2% che rimane davanti a Rizzo (Democrazia Sovrana Popolare) all’1,4%, Noi moderati di Lupi 1,2% e Pace Terra Dignità di Santoro all’1,1%. Bene invece l’Alleanza Verdi-Sinistra di Bonelli e Fratoianni che segna nei sondaggi politici della settimana un buon 6,3% complessivo, ormai stabilmente terza forza del campo progressista qualora il M5s decidesse di allearsi con Schlein.
