Sondaggi politici/ FdI al 22,8%, Pd a -0,6%. Draghi, fiducia al 40%

- Carmine Massimo Balsamo

Sondaggi politici e intenzioni di voto, i dati di TP: italiani divisi sulle spese a livello militare e umanitario per sostenere l’Ucraina

sondaggi politici Premier Mario Draghi, conferenza stampa sul Def (LaPresse, 2022)

Aggiornamenti significativi dai sondaggi politici stilati da Termometro Politico. Partiamo dalle intenzioni di voto degli italiani: in vetta alla classifica troviamo ancora una volta Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni si attesta al 22,8%. Subito dietro spazio al Partito Democratico: i dem di Enrico Letta sono quotati al 22,2%. Terzo posto per la Lega di Matteo Salvini: il Carroccio è dato al 16,6%.

I sondaggi politici di Termometro Politico stimano il Movimento 5 Stelle al 12,6%. Forza Italia di Silvio Berlusconi si attesta al 7,6%, mentre la federazione composta da Azione e +Europa non va oltre il 4,1%. Tutti gli altri partiti sono quotati sotto il 3 per cento. I Verdi sono al 2,8%, mentre Italexit con Paragone è al 2,5%. Italia Viva di Matteo Renzi è al 2,2%, seguito dal Partito Comunista al 2,1%. Il nuovo progetto di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro, è quotato allo 0,8%.

SONDAGGI POLITICI: I DATI DI TP

I sondaggi politici di Termometro Politico stimano la fiducia nei confronti di Mario Draghi al 40%: il 16,6% ha molta fiducia, mentre il 23,4% abbastanza. Il 59,3%, invece, non nutre gradimento nei confronti del primo ministro: il 18,9% ha poca fiducia, mentre il 40,4% per nulla. Passiamo adesso ai sondaggi politici legati alla crisi in Ucraina, in particolare sulle spese effettuate dall’Italia – circa 490 milioni – per aiutare Kiev a livello umanitario e militare. Per il 18,2% l’aiuto all’Ucraina è stato insufficiente e dovremmo impegnarci di più per la difesa del Paese di Volodymyr Zelensky. Per il 21,1% è stato speso il giusto , mentre per il 7,7% si sarebbe dovuto spendere meno, considerando che stiamo attraversando un periodo di crisi. Per più di tre italiani su dieci, il 32,8% per la precisione, è giusto spendere per motivi umanitari, ma non per aiuti militari. Infine, per il 17,1% non avremmo dovuto spendere nulla. Il restante 3,1% degli intervistati ha preferito non rispondere al quesito.







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