Sondaggi politici Romania: Simion (AUR) in testa al 26%, ma al ballottaggio lo scenario si fa incerto tra UE, Mosca e astensionismo record
I dati dei sondaggi CURS ritraggono una Romania nel pieno di un passaggio decisivo per il futuro, con le presidenziali del 4 maggio che rischiano di stravolgere totalmente gli equilibri di un Paese intero.
George Simion, leader della destra nazionalista (AUR) – stando ai sondaggi – guida il primo turno con il 26%, ma il calo di 3 punti rispetto a marzo tradisce le perplessità del suo elettorato, ancora scosso dall’esclusione del candidato-fenomeno Georgescu, travolto da accuse di finanziamenti illeciti e legami con Mosca.
Antonescu, uomo del governo di centrosinistra (PSD/PNL/UDMR), arranca al 23%, nonostante il +1, soffocato dalla crisi economica e dal malcontento per l’amministrazione del Premier Ciolacu.
A sorpresa nei sondaggi, il sindaco di Bucarest Nicușor Dan (centrosinistra liberale) sfiora il 20%, trascinato dal disappunto delle città verso i partiti tradizionali – parallelamente – Victor Ponta (S&D) rimonta al 16%, recuperando consensi tra gli operai del bacino industriale.
Elena Lasconi (USR), simbolo del partito riformista, crolla all’8%, confermando il tracollo dei partiti “puri” nell’epoca dei populismi. Lo scenario dei sondaggi è poi completato da un 38% di indecisi e un tasso di astensionismo record (45%), numeri che narrano di un Paese disilluso, polarizzato tra la paura del ritorno al passato sovietico e la frustrazione per un’Europa percepita come distante.
Sondaggi sul ballottaggio: tre scenari che accendono la guerra tra Ue e Russia
Se il primo turno è un labirinto, i sondaggi sul ballottaggio sono una vera e propria una partita geopolitica: nel primo scenario, Antonescu batte Dan 52%-48%, ma il crollo di 14 punti rispetto al 2024 mostra la fragilità di un candidato associato a Bruxelles, in un Paese dove il sovranismo avanza imperioso.
Nel secondo, Simion trionfa su Dan 54%-46%, consacrando la destra anti-UE e aprendo la strada a una Romania “neutrale” tra Mosca e l’Occidente, con possibili ripercussioni imprevedibili sul sostegno all’Ucraina.
Nel terzo scenario – il più incerto – Antonescu supera Simion 52%-48%, grazie al voto rurale e degli anziani, ma il margine minimo lascia ampio spazio a disappunto e contestazioni.
Gli analisti hanno lanciato l’allarme: i sondaggi non colgono l’effetto “paura” degli indecisi, pronti a convergere su Antonescu per fermare l’avanzata di Simion, replicando il paradigma del “voto utile” francese.
Simion mira ai comuni più poveri con promesse di sussidi e autonomia energetica dalla Russia e sullo sfondo, Bruxelles inizia a tremare: una vittoria di Simion stravolgerebbe il fronte orientale UE, indebolendo le sanzioni a Mosca e aprendo la strada all’ascesa della destra in Europa.