I sondaggi USA a luglio 2025 con la debacle del Partito Democratico: mai così male da 35 anni, peggio del GOP in tutti i temi chiave. Sul futuro...

ALLARME ROSSO DEM NEGLI USA: IL 63% BOCCIA LA SINISTRA AMERICANA

I dazi, le divisioni sociali e le guerre in Ucraina e Medio Oriente che non finiscono: i primi mesi di Presidenza Trump hanno sollevato proteste e calo nei sondaggi USA 2025 per il Partito Repubblicano, eppure i rivali Democratici riescono a fare decisamente peggio. È questo quanto emerge dall’ultima rilevazione del Wall Street Journal secondo cui addirittura il 63% dei cittadini americani avrebbe una bassa e/o inesistente fiducia nell’operato della sinistra americana.



In un partito, quello dell’Asinello, che subisce un “vuoto” di leadership dopo il ritiro di Joe Biden e la “scoppola” politica patita da Kamala Harris alle ultime Elezioni Presidenziali, vedere la fiducia calata ai minimi storici da 35 anni a questa parte è un ulteriore colpo durissimo: i sondaggi USA raccolti tra il 16 e il 20 luglio 2025 mostrano come al netto delle tensioni sulla Presidenza Trump e nonostante un calo del Partito Repubblicano, i Democratici non solo non riescono a svettare ma calano ulteriormente la fiducia minima del proprio elettorato, giunta oggi al 33%.



Joe Biden con Donald Trump il giorno dell’Insediamento (ANSA-EPA 2025)

“GOP MEGLIO DEI DEMOCRATICI SUI PROBLEMI SOCIALI, NONOSTANTE SFIDUCIA IN TRUMP”: COSA DICONO I SONDAGGI DEL WSJ

Il dato ulteriormente allarmante in casa Dem, evidenziato nei sondaggi USA del WSJ, è che su praticamente tutti i dossier chiave della società americana – migranti, economica, politica estera e inflazione – i Repubblicani vengono considerati più affidabili e concreti dei dirimpettai Democratici, che permangono avanti nella fiducia solo sui temi in ambito sanitario.

Secondo un altro sondaggio, di Quinnipiac, solo il 21% degli elettori americani approvano i Dem nell’operato al Congresso, con un 68% di profonda bocciatura delle riforme messe in campo per contrastare il GOP di Trump. Senza una profonda revisione di programma, leadership e classe dirigente – ancora in mano, di fatto, alla veterana Nancy Pelosi – si rischia anche nelle prossime Midterm una ulteriore debacle politica.



La Dem Nancy Pelosi al Congresso USA (ANSA-EPA 2025)

L’ala più radicale con Ocasio-Cortez e Sanders, la base più “moderata” (con il Presidente Ken Martin) e le grandi famiglie Dem – dai Clinton fino agli Obama – di identità interne al Partito Democratico Usa ve ne sono parecchie, nessuna al momento sembra però avere una influenza in grado di rappresentare un’alternativa unica e solida al magma repubblicano tra MAGA e GOP, comunque tutti dietro al Presidente Trump. Da più parti, come di recente sottolineato dallo stratega dei liberal-radical americani, Smucker, l’invito è sempre lo stesso: «per rovesciare Trump serve una guerra aperta al Partito Democratico».